Il presidente francese: domani inizieremo i primi voli di ricognizione

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:10:11

«Domani inizieremo i primi voli di ricognizione contro lo Stato islamico (Is) sul territorio siriano ». È stato uno dei primi annunci, stamani, alla conferenza stampa di François Hollande all’Eliseo. In seguito, ha subito aggiunto il presidente francese, l’aviazione del suo paese passerà a raid veri e propri contro obiettivi militari di Daech. Hollande ha invece confermato che, al pari del passato, la Francia non invierà truppe per agire via terra. Finora i francesi operavano solo in Iraq ma non in Siria, perché si rifiutavano di «fare il gioco» di Bachar El-Assad, il dittatore siriano, e quindi per non favorirlo. Ma Hollande, di fronte ai successi dell’Is, ha deciso di cambiare strategia. Hollande ha detto che alcuni attentati in Francia degli ultimi mesi sono stati organizzati da Daech direttamente dal territorio siriano. I francesi avrebbero effettuato già 200 raid sul territorio iracheno, secondo fonti dello stato maggiore dell’esercito. Ora, però, vogliono intensificarli e soprattutto estenderli anche al territorio siriano, tanto più che in questo senso i socialisti al potere hanno anche l’appoggio della destra. La Francia agisce nell’ambito della coalizione arabo-occidentale (Chammal), creata l’anno scorso e guidata dagli Usa e che riunisce una ventina di paesi, dal Canada all’Arabia Saudita, passando per diversi Stati europei. Nell’ultimo anno sarebbero 5.200 i raid compiuti per arginare l’avanzata dei guerriglieri jihadisti. Sulla questione dei migranti François Hollande ha detto che « la crisi europea può e sarà messa sotto controllo ». Si è detto pronto ad accogliere « i 24mila migranti che la Commissione europea ha previsto per il nostro paese». «La risposta deve essere europea – ha aggiunto - : bisogna organizzare controlli comuni alle frontiere di Italia, Grecia e Ungheria. E fare bene la distinzione tra chi può rientrare nell’ambito della richiesta del diritto d’asilo e chi invece deve essere rinviato nel suo paese ». Ha anche proposto di organizzare una conferenza internazionale sul tema dei rifugiati. La Stampa