Suggestioni "blasfeme" sul rapporto fra Islam e modernità occidentale

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:10:34

L'islam e la modernità zizek.jpgRecensione di Slavoj Žižek, L’Islam e la modernità: riflessione blasfeme, Ponte alle Grazie, Milano 2015.

Non desta probabilmente stupore che un pensatore radicale come Žižek, profondamente politico nel suo impegno intellettuale, ma anche attento alla questione del religioso, arrivi in questi anni a cimentarsi col tema dell’Islam politico. Questo testo è una sorta di pamphlet che si compone di una breve introduzione, occasionata dall’efferata strage di Charlie Hebdo, e di due brevi capitoli, fra loro concatenati ma che possono essere letti come riflessioni separate.

Il primo capitolo è dedicato più direttamente al complesso rapporto fra Islam radicale e modernità occidentale. Žižek mette in luce il legame profondo fra fondamentalismo religioso e modernità secolare, mostrando come nell’opposizione alla globalizzazione occidentale in nome della restaurazione di un intatto ordine religioso emerga una essenziale trasformazione dei contenuti del passato, ripensati a partire da una situazione storica e da un orizzonte di linguaggi e concetti ultramoderni. La provocazione che ne deriva chiama parallelamente in causa le democrazie liberali, e in particolare il loro concetto di tolleranza. Žižek, richiamandosi a Lacan, osserva come la tolleranza sia messa alla prova soprattutto da quegli stili di vita la cui manifestazione pubblica consideriamo “impossibile da sopportare”. Su questo terreno l’Occidente liberale sarebbe provocato tanto quanto l’Islam più conservatore, per esempio riguardo alle forme della sessualità e al ruolo della donna. La grande linea di separazione non passerebbe tuttavia fra due stili di vita comunitari contrapposti, come tipico delle relazioni fra grandi tradizioni religiose, quanto piuttosto fra un modo tradizionale di concepire la vita entro un quadro comunitario e la pretesa liberale di pensare ogni individuo “universalmente”, strappandolo dal suo radicamento per porlo in un rapporto astratto di scelta con il proprio stile di vita.

Il secondo capitolo adotta un approccio più genealogico verso le radici dell’identità islamica e i suoi rapporti con la tradizione ebraico-cristiana. In questa prospettiva, l’Islam sarebbe caratterizzato da una peculiare ambivalenza: da un lato sarebbe più alieno all’istituzionalizzazione gerarchizzante, connotato da un’idea di Dio più radicalmente trascendente, più distante dall’accettazione dell’idea del sacrificio del figlio per volontà del padre, ma al tempo stesso sarebbe anche più soggetto all’appropriazione da parte del potere temporale, più incline all’emergenza del divino come idolo sacro e numinoso, più disposto al sacrificio del reale alla volontà imperscrutabile di Dio.

Una chiave di lettura di questa ambiguità ruota in particolare intorno al ruolo del femminino, come emergerebbe in particolare dalla lettura coranica del rapporto fra Abramo e la schiava Agar e del rapporto fra Maometto e la moglie Khadîja. La donna appare vicina al divino e al discernimento della sua verità; al tempo stesso sarebbe però anche l’incarnazione della possibilità della tentazione e della menzogna. In quanto tale la donna diventa elemento da isolare in un rimosso, da “velare” integralmente, per oscurare la radice impronunciabile e contradditoria del rapporto col divino. Anche in questo l’Occidente non manca di essere implicato, con la sua pulsione a proibire ogni proibizione, che di fatto toglie alle altre identità la possibilità di definirsi legittimamente.

Per chi è già uso al pensiero e alla scrittura di Žižek, questo breve testo non costituirà una sorpresa, assommando in forma breve qualità e debolezze della sua opera. Molte intuizioni sono suggestive e, anche laddove non particolarmente originali, sono comunque espresse in modo vivace e non scontato. Quello che lascia il lettore insoddisfatto è però la mancanza di approfondimento, l’approssimazione dei riferimenti, la rapsodicità delle inferenze e delle conclusioni. Il lettore in cerca di spunti suggestivi nella difficile interpretazione del rapporto fra Islam e modernità occidentale troverà più di un passaggio su cui soffermarsi con attenzione e interesse. Tuttavia, per addentrarsi in una lettura seria, sistematica e rispettosa della complessa realtà storica e culturale che stiamo attraversando, sarà necessario cercare altrove.

Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis

Per citare questo articolo

 

Riferimento al formato cartaceo:

Paolo Monti, Scintille tra religioso e secolare, «Oasis», anno XI, n. 21, giugno 2015, pp. 136-137.

 

Riferimento al formato digitale:

Paolo Monti, Scintille tra religioso e secolare, «Oasis» [online], pubblicato il 12 giugno 2015, URL: https://www.oasiscenter.eu/it/scintille-tra-religioso-e-secolare.

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