Si colloca nella pista già piuttosto battuta dei film costruiti per raccontare i risvolti del faticoso percorso di integrazione che affronta chi lascia il proprio Paese per emigrare all’estero in cerca di lavoro e di riscatto sociale ed economico.

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:40:53

Eppure in Almanya c’è più di uno spunto nuovo: Sandereli riesce a tenere in equilibrio ironia e drammaticità, profondità e leggerezza, mentre introduce lo spettatore nel cuore dei desideri più autentici dei personaggi e al contempo nelle angosce (per la solitudine, l’abbandono, la paura dello sconosciuto), attraversando le barriere – che si percepiscono come non solo geografiche - di Paesi distanti per come ci si veste, come si passeggia per la strada, come si prega, come si mangia… La trama è semplice: un nonno turco, dopo oltre 40 anni di lavoro da emigrato in Germania, ottiene finalmente il passaporto tedesco tanto bramato dalla moglie, turca come lui, e decide di comprare una casa nella sua terra di origine all’insaputa dei suoi. In un’occasione di un dinamico pranzo di famiglia, il nonno nello stupore generale propone a tutti i suoi (la moglie, i tre figli, la nuora e i due nipoti) di trascorrere “al Paese” l’ormai imminente periodo di vacanza estiva. Nonostante le prime reazioni contrarie, la colorita combriccola intraprende un viaggio che, grazie a flashback e racconti nel racconto, svela le vicende passate dei vari membri della famiglia. Mentre la cinepresa rapidamente passa dagli ambienti tedeschi anni ’70 ai paesaggi dorati dell’Anatolia, si succedono scene gustose che fanno luce sulle relazioni tra i personaggi del clan e lasciano emergere in primo piano l’attaccamento di tutti alla propria famiglia: questa emerge come l’unico valore a un tempo solido e flessibile, capace di sostenere uomini e donne, giovani e vecchi, incalzati dalle sfide quotidiane più banali come anche dalle questioni più drammatiche, la morte, la separazione, la disoccupazione,… Non prevale su tutto lo sguardo nostalgico di chi rimpiange un tempo ormai finito, ma la concretezza di un’esperienza vissuta e condivisa ad ogni latitudine. La delicatezza della regia lascia trasparire nei gesti e negli sguardi quotidiani come i legami famigliari possano essere una risorsa decisiva sulla quale appoggiarsi: per quanto ruvida o impositiva possa essere, la famiglia per l’emigrante (ma anche per chi gli sta attorno) sa essere accogliente al punto da alleviare la fatica del “mestiere di vivere” e lanciare in avanti senza rimuovere le difficoltà, ma affrontandole di petto. Almanya descrive in fondo quel bisogno profondamente umano di vivere relazioni buone per non smarrirsi sia emigrando, sia rimanendo a casa propria.