Rassegna della stampa italiana ed estera del 27 luglio 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:55:27

Chi è Imran Khan, il vincitore delle elezioni in Pakistan? Ex giocatore di cricket ed ex playboy, lo definisce Rfi, che racconta il passato dell’uomo. Ancora prima che lo spoglio dei voti fosse terminato, Khan ha ringraziato Dio e il popolo pakistano per avergli dato una chance, “promettendo di rilanciare l’economia, investire nell’educazione e di promuovere l’uguaglianza tra le classi sociali”.

Secondo Marco Masciaga, Il Sole 24 Ore, Imran Khan ha davanti a sé delle sfide tutt’altro che semplici. Tra queste il problema del Kashmir, regione al confine tra India e Pakistan e contesa tra i due Stati, e dell’economia, piagata da una corruzione molto diffusa.

 

Un migrante eritreo racconta la sua detenzione in Libia dall’ottobre 2017. Paolo Lambruschi, Avvenire, riporta i dettagli che l’uomo gli ha raccontato sul centro di detenzione vicino a Tripoli dove sono rinchiusi uomini, donne e bambini in attesa che qualche Paese terzo si dichiari disposto ad accoglierli sul suo territorio. I dettagli delle torture, dei tentativi di fuga e dei morti per malattia, caldo o perché sono stati uccisi, riescono a descrivere “l’inferno” in cui migliaia di persone sono rinchiuse.

 

“Continuità con il passato e rispetto degli impegni presi. Potrebbe essere riassunta così la strategia del ministro della Difesa Elisabetta Trenta per le missioni internazionali”. Dopo la visita in Tunisia e Libia, Stefano Pioppi, Formiche, riassume le decisioni prese dal Governo italiano sui rapporti con alcuni Paesi esteri, in particolare sul ruolo dell’Italia nei Paesi del nord Africa.

 

Nel mese di agosto molti pellegrini musulmani partiranno alla volta dei luoghi sacri all’Islam per il pellegrinaggio rituale. Il Re del Marocco Mohammed VI ha lanciato un appello ai pellegrini marocchini che si apprestano a partire, riporta Atlasinfo.fr, ricordando loro di rappresentare “il loro Paese ed essere i porta bandiera della civiltà secolare, fondata sull’unità e l’attaccamento ai simboli sacri della Nazione, edificata sul concetto del giusto mezzo e dell’unità dottrinale”. Richiama inoltre i suoi cittadini a mostrare “tolleranza e spirito di collaborazione per raggiungere l’obiettivo supremo cui aspira ogni pellegrino”.

 

A Berlino ha aperto una “moschea inclusiva, progressista e laica”. Laure Blachier, Slate, ha incontrato Seyran Ateş, un’attivista e avvocatessa turco-tedesca che ha deciso di guidare una sala di preghiera in cui tutti i musulmani, a prescindere dalla confessione o dall’orientamento politico e personale, potessero accedere. È la prima volta che in Germania apre una tale istituzione, stabile e ben organizzata. Non sono naturalmente mancate le critiche da parte dell’Islam istituzionale, in particolare per la promiscuità di uomini e donne che pregano insieme.