Rassegna della stampa italiana ed estera dell'11 luglio 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:55:16

La ventennale guerra tra Etiopia ed Eritrea è davvero giunta al termine? Se lo domanda Marco Cochi su Eastwest, dove prova a rispondere raccontato la visita del premier etiope al presidente eritreo. I due si sono incontrati e abbracciati, ma le sfide di fronte a loro sono ancora numerose. Rimane vero che la possibilità della pace potrebbe influire positivamente sull’intera regione.

 

In vista del vertice che si è tenuto ieri a Bruxelles, il generale Mirco Zuliani, già vicecomandante del Comando alleato per la trasformazione, ha spiegato a Formiche come la Nato affronta il problema del terrorismo. Il generale ha sottolineato che il contro-terrorismo “si basa su tre pilastri principali: consapevolezza, capacità e coinvolgimento”.

 

Michele Zanzucchi, Avvenire, ha intervistato il vescovo di Niamey, capitale del Niger, Djalwana Lompo. Il vescovo ha messo in guardia l’Europa: la soluzione al problema dei migranti non è fermare il flusso in arrivo dal Mediterraneo. Infatti, spiega il prelato, l’alternativa di molte persone che prendono la strada è cedere a Boko Haram. Il vescovo Lompo racconta anche della piccola comunità cristiana del Niger, che rappresenta l’1,5% della popolazione.

 

“Una nuova era” si apre davanti alla Turchia, che si è finalmente lasciata alle spalle la “parentesi kemalista”. Questo è quanto annunciato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante il discorso d’investitura tenuto lunedì 9 luglio. Il Governo islamo-conservatore si prepara a governare per i prossimi cinque anni per portare la Turchia al centenario della sua fondazione nel 2023. Marie Jégo, corrispondente di Le Monde a Istanbul, riporta la linea politica preannunciata da Erdogan e la sua “nuova” squadra di ministri.

 

Un’analisi di Willy Le Devin e Ismael Halissat, Libération, rivela il contenuto di alcune note dei servizi segreti francesi, che mettono in luce le transazioni finanziarie tra i vertici dello Stato Islamico e un intermediario di Lafarge, un produttore di cemento francese, qualche giorno prima degli attentati di Parigi. Sulla vicenda sono in corso indagini approfondite.

 

L’Islam di Francia. La Croix risponde ad alcune domande interne al dibattito in corso nel Paese sulla creazione di una commissione che regoli il culto musulmano. Per esempio, spiega la necessità di costituire un Islam di Francia, che permetterebbe ai fedeli musulmani di “praticare liberamente la loro religione, nel rispetto delle leggi e dei valori della Repubblica”.

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