Giuseppe Scattolin

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:49:42

Personalmente sono sempre stato contro una lettura 'secolarista' dell'Islam, fatta molte volte in senso anti-cristiano. Tuttavia credo che non basti riprendere le vecchie scuole giuridiche islamiche (che in un certo senso - è vero - regolavano la violenza insita nell'Islam) per risolvere problemi moderni e nemmeno credo di per sé sufficiente un generico appello al Sufismo, visto che storicamente gli ordini sufi in Islam sono stati spesso e volentieri ordini militari, di conquista e di traffico di schiavi. Mi sembra chiaro che qui siamo di fronte ad un problema storico: quello cioè di una re-interpretazione della tradizione islamica fatta alla luce della mentalità critica moderna. Ogni religione (ma anche ogni ideologia e cultura) che non abbia fatto tale processo interno di re-interpretazione sarà sempre tentata di ritornare ai modelli passati che sono stati (soprattutto nel caso dell'Islam) improntati per lo più ad una ideologia di conquista e dominio, e quindi certamente non pacifista. Ma tale re-interpretazione della tradizione islamica non può essere imposta dall'esterno. Questo è stato lo sbaglio di molta azione politica e culturale occidentale. Come per tutte le altre grandi tradizioni religioso-culturali, occorre attuare una maturazione dall'interno. In tale processo devono essere salvati alcuni valori di fondo che costituiscono l'identità profonda di una tradizione religiosa, ma nello stesso tempo tali valori devono essere ripresi in armonia con le esigenze della modernità, che non può più essere disattesa come spesso fanno gli intellettuali musulmani. Si pensi soprattutto a valori quali la dignità della persona nelle sue libertà fondamentali, il rispetto dei diritti umani uguali per tutti e la libertà della scienza e della ricerca critica. La Chiesa a suo tempo ha dovuto prendere in seria considerazione la modernità, e il processo non è stato facile, anzi esso è un processo continuo. Credo che un processo analogo debba fare l'Islam attraverso delle persone 'illuminate' che sappiano proporre una seria rilettura della sua tradizione. In essa i valori di fondo (quali la fede, i valori morali di base, la giustizia, ecc. ) devono essere salvati sia dalla presa del giuridismo tradizionale (che fu nella maggior parte dei casi connivente con la politica imperialista dell'Islam classico) che dall'attacco di una secolarizzazione distruttiva che vorrebbe distruggerli, e così distruggere l'identità profonda della coscienza islamica. È in tale campo che un dialogo serio fra religioni e civiltà dovrebbe essere promosso per trovare una base 'umana' comune a tutti su cui costruire una vera convivenza umana. Questo è il nuovo 'umanesimo globale' che dovrebbe riempire il vuoto creato dalla selvaggia globalizzazione economica presente. Quest'ultima infatti, appunto nella sua valenza nichilista, è uno dei fattori più potenti che provocano l'esasperata reazione da parte di molte culture e religioni che per preservare la propria identità sono spinte a forme di estremismo religioso-culturale: le chiamo volentieri i moderni 'tribalismi religioso-culturali'. Questo fenomeno è diventato ormai uno dei fattori più pericolosi che minacciano una convivenza pacifica fra varie culture nel nostro villaggio globale.