Rassegna della stampa italiana ed estera del 1 agosto 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:55:29

Sull’immigrazione arriva dalla Spagna una voce diversa rispetto a quanto si sente e si legge normalmente sui media. Laurent Ribadeau Dumas, Géopolis, riporta le parole del ministro degli Affari Esteri spagnolo, Josep Borell, che smentisce il fatto che il suo Paese sia la meta di un’immigrazione di massa. “Bisogna valutare le cose con la giusta misura”, dice Borell, altrimenti si influisce in maniera negativa sull’opinione pubblica, che percepisce l’immigrazione in modo disordinato ed errato.

 

Tahar Ben Jelloun racconta su Le Point il suo incontro con alcuni migranti scampati al mare su una spiaggia di Tangeri, in Marocco. Undici, tra uomini e donne, abbattuti sulla sabbia, con la testa tra le mani, “affamati, silenziosi e rassegnati”.

 

In Turchia non è stato rinnovato lo stato di emergenza, che dal luglio 2016 veniva rinnovato ogni 3 mesi in tutto il Paese. Costanza Spocci su Eastwest spiega che a sostituirlo è stata approvata il 18 luglio una legge antiterrorismo che, di fatto, ne espande le premesse. Infatti, il pacchetto di provvedimenti limita le manifestazioni, permette alle autorità di perseguire i sospettati di terrorismo, fino alla detenzione cautelare dei soggetti considerati pericolosi. Inoltre, “basterà una semplice nota del procuratore perché il sospetto e la sua famiglia siano posti sotto sorveglianza, e i telefoni sotto ascolto”. Le purghe, intanto, continuano.

 

Asmae Dachan, “musulmana, nata e sempre vissuta in Italia”, interviene sulla questione del crocifisso nei luoghi pubblici con un articolo pubblicato su Avvenire. Pur appartenendo a un’altra religione, Asmae difende il simbolo religioso e ne afferma l’importanza del messaggio, ma avverte i politici di non strumentalizzarne il significato.

 

In un editoriale, Le Monde si sofferma sul vincitore delle elezioni in Pakistan, l’ex giocatore di cricket Imran Khan. Secondo il quotidiano francese, nonostante la decantata spinta alla democratizzazione che ha caratterizzato la campagna elettorale di Khan, bisognerebbe essere “prudenti” sull’effettiva realizzazione di una svolta politica.