Rassegna della stampa italiana e internazionale del 19 giugno 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:55:00

Slate pubblica un approfondito resoconto sulla “Erdogan-mania” diffusa in Francia, specialmente tra i musulmani franco-marocchini. Il presidente turco, infatti, suscita l’ammirazione di questi musulmani europei, oltre che dei turchi residenti in Francia, per la sua pubblica presa di posizione contro l’islamofobia. Ad esempio, in seguito all’affermazione dell’Austria di espellere gli imam dal Paese, Erdogan ha affermato che non starà a guardare senza fare nulla. I giovani intervistati da Slate inneggiano così al loro portavoce.

 

Dopo una telefonata tra il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo Recep Tayyip Erdogan, l’Eliseo ha reso noto che la collaborazione stretta tra i due Paesi continuerà in materia di stabilizzazione, protezione dei civili e attuazione di condizioni necessarie a un processo politico credibile, riporta Atlasinfo.fr.

 

Alle prossime elezioni turche, per la prima volta da quando Erdogan è al potere, il presidente deve confrontarsi con un’alleanza che gli si oppone formata non solo da laici, movimenti di sinistra e minoranze religiose ma anche da nazionalisti di destra e partiti di ispirazione islamica. Per questo, sostiene Isahaan Tharoor sul Washington Post, potrebbe essere messa in discussione, se non la rielezione come presidente, quantomeno la maggioranza dell’Akp in Parlamento.

 

La vicenda della nave Aquarius, respinta dalle coste italiane e attraccata a Valencia (Spagna), ha risollevato il dibattito e la polemica sul modo europeo di affrontare la questione migranti. Catherine Wihtol de Wenden, su Orient XXI, si sofferma sulle reciproche accuse tra Francia e Italia, che si rimbalzano la responsabilità. Inoltre, sottolinea l’inadeguatezza del sistema Dublino 2, che prevede l’accoglienza dei richiedenti asilo nel primo Paese in cui presentano la domanda. Questo sistema va necessariamente rivisto.

 

Papa Francesco torna a spingere per “la necessaria unità dei cristiani”. Giovedì sarà a Ginevra, scrive Le Point, per il settantesimo anniversario del Consiglio Ecumenico delle Chiese, dove incontrerà i rappresentanti di più di trecento chiese cristiane ortodosse e protestanti, provenienti da un centinaio di Paesi. Il Pontefice ha spesso dedicato la sua attenzione al dialogo ecumenico, sottolineando l’importanza di trovare punti in comune con le altre chiese cristiane.

 

Giuliano Battiston su Eastwest analizza gli scenari in Afghanistan dopo la fine dei tre giorni di cessate-il-fuoco derivanti dall’accordo tra i talebani guidati da Haibatullah Akhundzada e il governo di Ashraf Ghani. Una delle prime considerazioni da fare riguarda la capacità, per nulla scontata, di Akhundzada di imporre la tregua ai talebani di tutte le regioni afghane. La tregua può essere ritenuta un successo politico sia talebano che del governo di Kabul, ma reca con sé notevoli rischi.

 

Vatican Insider pubblica un reportage di Cristina Uguccioni dall’Etiopia, nella regione di Gambella al confine con il Sud Sudan. “Qui la religione non è motivo di divisione. La convivenza tra i fedeli è serena. Dirò di più: è naturale, nel senso che non è oggetto di riflessione: avviene, semplicemente. E ne siamo molto lieti”, afferma padre Aristide Marcandalli, salesiano giunto in Etiopia 25 anni fa.

 

Il Center for Strategic and International Studies pubblica un report di Haim Malka. A tema la situazione idrica nel Maghreb: secondo Malka, la gestione dell’acqua ha fornito agli Stati della regione un’importante fonte di legittimazione dopo l’indipendenza. Le proteste di cittadini scatenate da problemi di accesso o gestione dell’acqua dimostrano che nei prossimi anni i Paesi dell’area dovranno investire considerevoli fondi in infrastrutture per il trasporto dell’acqua e in attività a consumo non intensivo di risorse idriche.