Rassegna stampa italiana ed estera del 17 maggio 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:54:45

Chi sarà il prossimo primo ministro iracheno? Borzou Daragahi su Foreign Policy spiega perché, se non sarà l’uscente Haider al-Abadi, è molto probabile che sarà un esponente della comunità sciita irachena relativamente sconosciuto. Di sicuro, comunque, non potrà essere il vincitore politico delle elezioni, il chierico Muqtada al-Sadr. Daragahi propone una shortlist di dieci potenziali capi di governo.

 

Ariane M. Tabatabai su Foreign Affairs si sofferma sul processo decisionale interno alla Repubblica islamica dell’Iran, calando la descrizione nel contesto che è seguito al ritiro dall’accordo sul nucleare degli Stati Uniti. Tabatabai spiega che non sempre, come molti in occidente sembrano credere, i due centri di potere più visibili (Guardie rivoluzionarie e Guida Suprema) sono in grado di dettare una precisa linea per il Paese in materia di politica estera e di difesa. Il processo di costituzione delle linee d’azione dell’Iran, prosegue, è molto opaco, frutto di una serie di compromessi tra istanze alle volte divergenti e non semplicemente il risultato di una decisione che dalla Guida Ali Khamenei discende incontrastata fino a determinare il livello operativo.

 

Un duplice attentato rilancia l’allarme per il terrorismo islamista in Indonesia, dove cresce il timore per il ritorno dei combattenti jihadisti dal Medio Oriente. Agli attentati hanno partecipato interi nuclei familiari, un’inquietante novità per il Paese a maggioranza musulmana più popoloso al mondo, scrive Matteo Miavaldi su Eastwest.

 

Sono passati cinque anni dall’intervento francese in Mali, che aveva come obiettivo il ristabilimento della sicurezza in una regione, il Sahel, infiltrata da cellule terroriste. Oggi, scrive Abdelkader Abderrahmane su Orient XXI, in occasione del G5 Sahel, al quale partecipano Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad, i Paesi si domandano se sono in grado di assicurare la sicurezza nella regione.

 

Se si chiede a qualcuno cosa sa del Libano, ha spiegato la fotografa spagnola Anna Bosch, la risposta ha sempre a che fare con guerra, conflitti e problemi. Per questo lei ha deciso di raccontare l’altra faccia della medaglia e cioè “come vive l’élite di un paese che è sempre sull’orlo del collasso”. Alcune delle sue foto dell’élite di Beirut pubblicate da Il Post.