Rassegna stampa italiana ed estera del 23 maggio

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:54:47

La trasformazione di Isis: dal “centro”, identificato con Siria e Iraq, il focus delle attività dello Stato Islamico si sta spostando verso la “periferia”, cioè aree come Indonesia, Africa occidentale, Afghanistan. “Lo Stato Islamico è entrato in una fase di espansione globale, molto simile a quella di al Qaida alla fine del 2001”, spiega su Il Post l’analista Rohan Gunaratna.

 

Fino al 2012-2013 singoli individui o gruppi di salafiti del Golfo, in particolare del Kuwait, hanno contribuito alla formazione e al mantenimento finanziario di alcune organizzazioni jihadiste che hanno partecipato alla guerra siriana contro Bashar Assad. Sul campo queste formazioni hanno avuto poca fortuna ma, spiega Thomas Pierret (Carnegie Middle East Center), l’influenza portata da questi finanziatori salafiti continuerà a modellare la sfera religiosa siriana.

 

In piena campagna elettorale, il presidente turco Erdogan ha attaccato duramente Israele, anche nella speranza di spostare l’attenzione degli elettori dai problemi interni a quelli della Terra Santa. David Rosenberg su Haaretz si sofferma sullo stato delle relazioni tra i due paesi spiegando come, nonostante il basso livello di interscambio commerciale, Israele sia un partner importante per Ankara.

 

In Egitto alcune delle pratiche legate al mese di Ramadan stanno provocando uno scontro tra i salafiti e gli ulema affiliati ad al-Azhar e al ministero degli affari religiosi. Come spiega Taha Sakr (Egypt Independent), i predicatori salafiti criticano la scelta – tradizionale in Egitto – di abbellire le strade con lanterne e decorazioni per il mese sacro. Inoltre, il governo egiziano ha imposto un rigido controllo dei sermoni permessi, in particolare in alcune zone del Paese, limitando la possibilità dei salafiti di esporsi.

 

L’Unione Europea sta cercando di mantenere in vita l’accordo sul nucleare iraniano dopo che gli Stati Uniti si sono ritirati. In quest’ottica, scrivono Gregory Viscusi ed Henry Meyer su Bloomberg, va letto il viaggio di Macron da Putin, per cercare di tenere il presidente della Federazione Russa ancorato al JCPOA.

 

Taciuta dalla stampa internazionale, l’Armenia ha appena vissuto la sua “rivoluzione di velluto”, per richiamare la rivoluzione non violenta che destituì il regime comunista in Cecoslovacchia nel 1989. Infatti, anche la destituzione del presidente armeno Serge Sarkissian, al potere da 15 anni e sulla strada per governare altri 15, è avvenuta senza spargimenti di sangue. Il racconto di Mica Hilson su Slate esprime il clima rivoluzionario, ma composto, che si è respirato durante le manifestazioni di piazza a Erevan, la capitale, alle quali hanno partecipato centinaia di migliaia di cittadini.