Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:09:20

“Levi della Vida”. Tra tutte le aule della Sapienza, non si poteva immaginare sede più lusinghiera per la presentazione di Oasis il prossimo 19 gennaio. Arabista, semitista, ebraista, Giorgio Levi Della Vida fu infatti uno dei massimi orientalisti italiani del Novecento. Ma fu anche intellettuale liberale e antifascista. Nato a Venezia nel 1886 da famiglia ebrea non osservante, si laureò con Ignazio Guidi a Roma nel 1909. Dopo aver preso parte alla prima guerra mondiale, partecipò con Leone Caetani alla redazione degli Annali dell’Islam, primo tentativo di raccogliere in una sola opera tutte le fonti sull’Islam delle origini. Contrario al regime fascista, Levi Della Vida fu uno dei dodici docenti italiani che nel 1931 si rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà al partito e per questa ragione fu espulso dall’insegnamento universitario. Per interessamento del Cardinal Tisserant fu allora assunto presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, di cui preparò il catalogo dei manoscritti arabi. In quegli anni la biblioteca vaticana ospitava anche un altro “profugo” romano, Alcide De Gasperi, e i due ebbero modo di conoscersi durante il loro esilio vaticano. Con la promulgazione delle leggi razziali, Levi della Vida riparò negli Stati Uniti. Terminata la guerra, fu reintegrato come docente di islamistica alla Sapienza. Morì a Roma nel 1967. Presso l’Università della California Los Angeles (UCLA) è istituito un premio annuale e dedicato alla sua memoria, di cui sono stati insigniti alcuni tra i massimi islamologi del Novecento: Schacht, Gabrieli, Von Grunebaum, Goitein, Rosenthal, Hourani, solo per citarne alcuni (qui la lista completa).