Rassegna stampa italiana ed estera del 20 aprile 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:54:37

Dalla stampa italiana

 

L’Associazione Antigone ha diffuso i dati sulla popolazione carceraria in Italia. A destare preoccupazione è l’aumento del 72 percento dei detenuti sotto osservazione per radicalizzazione islamista. Luca Gambardella su Il Foglio ha interpellato Claudio Paterniti, ricercatore di Antigone, che spiega come le linee guida a disposizione della polizia penitenziaria per interpretare i processi di radicalizzazione difficilmente permettono agli agenti di comprendere se una persona è un potenziale terrorista o meno.

 

Circa 200mila profughi Rohingya accampati nel distretto di Cox’s Bazar, nella parte meridionale del Bangladesh, rischiano la vita per le valanghe di fango in arrivo con la stagione dei monsoni. È l’allarme lanciato oggi dall’agenzia governativa Refugee, Relief and Repatriation Commission (AsiaNews).

 

Il regime siriano, si legge su Formiche, è tutt’altro che intimidito dai recenti raid occidentali e, con l’aiuto costante dell’esercito e dell’aviazione russa, si sta muovendo per riconquistare le ultime aree del Paese ancora controllate dai ribelli.

 

L’Algeria, scrive Federica Tourn su EastWest, è diventata una trappola sulla rotta dei migranti. Molti restano intrappolati nei pressi di Maghnia, ultima città a nordovest dell’Algeria, verso il posto di frontiera con il Marocco: “fino a tre anni fa, con il corrispettivo di 50 euro chi voleva entrare in Marocco passava senza troppi problemi. Oggi è molto più complicato perché i migranti devono dare non meno di 300 o 400 euro ai passeur, che a loro volta pagano le guardie di frontiera perché aprano dei varchi nella rete a un’ora stabilita”, afferma Chahreddine Berriah, responsabile della redazione locale del quotidiano El Watan.

 

Dalla stampa francofona

 

Elezioni anticipate di un anno e mezzo per la Turchia. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha indetto per il prossimo 24 giugno le elezioni legislative e presidenziali. Cogliendo alla sprovvista i suoi avversari politici, scrive Quentin Raverdy, corrispondente di Libération da Istanbul, Erdogan può ancora giocare la carta dell’economia in crescita e delle vittorie militari.

 

In Tunisia è in corso uno scontro politico tra l’Instance Vérité et Dignité [Istanza Verità e Dignità] e un fronte di politici che ne chiedono la destituzione. Le Point Afrique spiega che l’Instance è incaricata di evadere dei dossier su crimini commessi dallo Stato tunisino nell’arco di quasi sessant’anni. Chi è contro questa istituzione la accusa di paralizzare il Paese con le sue inchieste.

 

L’Orient Le Jour racconta il viaggio del patriarca maronita Béchara Raï in Qatar. Il prelato ha effettuato questa visita pastorale a Doha per presenziare alla posa della prima pietra di una nuova chiesa intitolata a San Cherbel, santo monaco libanese.

 

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha lanciato una serie di incontri con i cittadini in varie città della Libia. È la prima volta, scrive Jeune Afrique, che un’iniziativa internazionale suscita la partecipazione di così tante persone in tutto il Paese, desiderose di esprimere la propria opinione. L’obiettivo è quello di capire dalla gente quali sono le priorità più urgenti nella ricostruzione della Libia.

 

Dalla stampa anglofona

 

Alle prossime elezioni libanesi, che si terranno il 6 maggio, Hezbollah sarà il grande vincitore. Secondo Hanin Ghaddar (The Washington Institute for Near East Policy) il gruppo sciita libanese si è garantito la vittoria cooptando anticipatamente i potenziali oppositori.

 

I nuovi scenari della guerra siriana, scrive Yaroslav Trofimov sul Wall Street Journal, preoccupano sempre più Israele: l’Iran – si legge – resta lontano, ma la sua minaccia è ormai alle porte di casa. Il rischio di conflitto aumenta conseguentemente, anche per effetto di potenziali errori di calcolo.

 

L’opinione comune è che Erdogan e il suo partito Akp usciranno vincitori dalle prossime elezioni legislative e presidenziali, anticipate al 24 giugno di quest’anno. Amberin Zaman (al-Monitor) sostiene però che a uno sguardo più attento la vittoria non è scontata.