Rassegna stampa italiana ed estera del 18 giugno 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:54:57

Stefano Vecchia su Mondo e Missione si sofferma sulla situazione dell’Afghanistan, un Paese sostanzialmente in guerra dal 1979, che ha provato a vivere “una fine del Ramadan diversa”. Il 12 giugno il governo e i talebani hanno siglato una tregua, suggellata da “una fatwa di condanna degli attacchi suicidi diffusa la scorsa settimana da leader religiosi”.

Questo inedito cessate il fuoco è finito però a soli due giorni dalla fine del mese di digiuno. L’elemento di rottura è stato proprio un attentato suicida nella città di Jalalabad, che ha provocato 18 morti. Nonostante l’appello del presidente Ashraf Ghani, riporta La Croix, i talebani hanno rifiutato di riporre le armi più a lungo.

 

I migranti imbarcati sulla nave Acquarius sono sbarcati a Valencia, insieme a quelli sulle navi Dattilo e Orione. Gli sbarchi in Italia, da quando al Viminale risiedeva il ministro Marco Minniti, sono calati dell’82.8 percento. Dino Martirano sul Corriere della Sera illustra come stanno cambiando le rotte dei migranti, con l’aumento di arrivi in Spagna e Grecia.

 

Luciana Borsatti ha intervistato l’imprenditrice in campo edile Maryam Khansari, iraniana di 34 anni (Eastwest). La sua azienda, come molte altre imprese iraniane, è alle prese con le incertezze e le difficoltà causate dalle nuove sanzioni imposte dal governo americano. Il dubbio che assale molti iraniani è se lasciare il Paese oppure no: tuttavia, afferma Khansari, “se tutti i lavoratori intellettualmente preparati partono, non rimarrà nessuno a portare il cambiamento”.

 

Erdogan rimane senza dubbio il politico turco più popolare e potente. Tuttavia, scrive il Guardian, Temel Karamollaouglu, suo contender per la carica di presidente, sta riuscendo ad avvicinarsi ai consensi del leader dell’Akp, stando agli ultimi sondaggi. Karamollaoglu guida una coalizione formata da un’alleanza tra islamisti e forze laiche e ha dichiarato di volere una Turchia in cui il rapporto tra religione e Stato sia simile a quello presente nel Regno Unito.

Muharrem Ince è il candidato alle elezioni presidenziali turche, che si terranno domenica 24 giugno, per il partito repubblicano CHP. Considerato il principale avversario del presidente uscente Recep Tayyip Erdogan, Ince avrebbe una base elettorale che potrebbe portarlo a un secondo turno molto combattuto con il Sultano. Un approfondimento pubblicato su Le Point racconta chi è, e perché suscita preoccupazione nel partito al Governo Akp.

 

Paula Dear su Reuters racconta la storia di un gruppo di donne siriane profughe in Giordania che si sono organizzate per costruire borse e altri oggetti per costruirsi una nuova vita dopo essere scappate dalla guerra. Il lavoro fornisce anche uno spazio per un conforto psicologico, un sostegno per le donne che possono così stringere legami anche fuori da casa.

 

Joseph Yacoub, professore emerito di Scienze politiche all’Università Cattolica di Lione, ha approfondito la storia dei cristiani in Medio Oriente, analizzando in particolare le vicende della comunità siriaca. Andando al di là delle cause immediate della tragedia attualmente in corso nella regione, il professore ha voluto “interrogare la storia e la memoria dei popoli”. L’intervista di Antoine Ajoury, L’Orient Le Jour.