Rassegna della stampa italiana ed estera del 2 agosto 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:55:29

L’intervista di Asianews a padre Samir Khalil Samir tocca i temi più caldi di cui si dibatte sui media negli ultimi mesi. Anzitutto la questione migranti: padre Samir sottolinea “l’urgenza di una separazione fra politica e religione nell’Islam” e ricorda che non basta dare vitto e alloggio a chi arriva attraverso i flussi migratori, ma occorre mostrare “il meglio della nostra cultura, testimoniare l’ideale cristiano”. Nell’intervista il sacerdote affronta anche la questione della guerra in Iraq, in Siria e la situazione in Egitto.

 

È chiamato il “punto zero” il confine tra Niger e Algeria, in mezzo al deserto del Sahara. Proprio qui, scrive Eastwest, da maggio 2017 le autorità algerine hanno riportato migliaia di migranti, letteralmente deportati, ai quali è impedito di raggiungere la propria destinazione. Molti dei deportati non sono sopravvissuti tra la sabbia e il caldo del deserto, condizioni particolarmente difficili per donne e bambini.

 

Visto il crescente numero di migranti in arrivo sulla rotta spagnola, l’Unione Europea cerca di stringere dei legami più forti con il Marocco, Paese di passaggio. I vertici dell’UE, però, non confidano particolarmente in questa alleanza e, come riporta il sito marocchino Le Desk, gli stessi marocchini non si fidano molto della richiesta europea di un maggior coinvolgimento da parte del Governo di Rabat.

 

Emmanuel Haddad, inviato speciale de La Croix a Ersal, in Libano, racconta dei campi profughi che si stanno piano piano svuotando, da quando è cominciato l’esodo al contrario, ovvero il piano di rimpatrio dei rifugiati siriani. Le condizioni della Siria non sono ancora stabili ed è difficile definire quanto tempo sarà necessario alla ricostruzione. Certamente, come ricorda Haddad, il ritorno è ancora pericoloso perché non esistono garanzie sulla sicurezza e il rispetto degli standard umanitari da parte di Damasco. Sebbene sognassero di tornare a casa, molti rifugiati siriani temono il rientro in Siria.

 

Il movimento militante #MeTwo sta facendo parlare di sé in Germania. Si tratta di un movimento fondato dall’attivista Ali Can contro il razzismo dilagante nel Paese e ha chiamato a sé tutti i cittadini con doppia nazionalità turca e tedesca. Lo storico francese Guylain Chevrier, incontrato da Atlantico, ne racconta le motivazioni e le origini nel contesto tedesco.