Rassegna della stampa italiana ed estera del 20 giugno 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:55:02

Si terrà a Bruxelles un vertice “informale e straordinario” sul tema delle migrazioni. “Il fine ultimo del vertice sarebbe quello di dare maggiore sostanza ad una bozza di conclusioni del prossimo Consiglio europeo”, si legge sul Corriere della Sera. Al vaglio “un piano di smistamento dei migranti nei Paesi di transito, in primo luogo il Niger, ma anche in Paesi del Maghreb come Tunisia ed Egitto”.

 

In Germania si abbassa il numero dei richiedenti asilo, scrive Frédéric Therin su Le Point, che riporta i dati dell’ultimo rapporto dell’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu. La diminuzione delle richieste è anche legata alla politica interna e al dibattito acceso tra il Governo e il partito conservatore bavarese, che ha dato un ultimatum alla cancelliera Angela Merkel “perché riduca drasticamente il flusso dei migranti”.

 

L’Espresso pubblica un reportage di Francesca Mannocchi, con foto di Alessio Romenzi, dalla Libia. Nel loro racconto i volti e le storie dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa affidandosi ai trafficanti di uomini.

 

La Giordania è troppo strategica per cadere. Un vecchio detto, secondo Benjamin Barthe, che si è nuovamente provato vero. Nella sua analisi su Le Monde, Barthe riporta la reazione delle monarchie del Golfo davanti alle proteste contro una legge che prevedeva l’aumento della tassazione e che ha scosso la Giordania tra fine maggio e inizio giugno. Preoccupati delle conseguenze di tali manifestazioni, le monarchie sono corse ai ripari finanziando il Paese con 2,5 miliardi di dollari.

 

A sette giorni dall’attacco alla città portuale yemenita di Hodeyda da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita e costituita dal braccio armato emiratino, i combattimenti continuano. Julie Kebbi, L’Orient Le Jour, fa un quadro della situazione, riportando alcune testimonianze di civili che, a causa dell’estrema violenza degli scontri, non riescono a scappare dalle loro case e sono costretti a tornarvi nonostante il pericolo.

 

Il ruolo e gli interessi della Cina in Medio Oriente. In un’intervista a Jean-Sylvestre Mongrenier, esperto di geopolitica e ricercatore all’Istituto francese di geopolitica, Atlantico ha approfondito il tema della penetrazione di Pechino nei Paesi del Medio Oriente, in Particolare Arabia Saudita, Iran, Israele ed Egitto. Secondo Mongrenier, il via libera alla Cina è venuto dalla maggiore indipendenza degli Stati Uniti dal punto di vista energetico e dal conseguente minor coinvolgimento di Washington nella regione.

 

Tensioni tra Turchia e Iran a causa dell’operazione Qandil. Semih Idiz spiega ad Al-Monitor l’altalenante relazione tra Ankara e Teheran. Il portavoce militare iraniano Gen. Abulfazil Shekarchi ha negato il consenso all’operazione turca Qandil, volta ad attaccare la regione del Kurdistan iracheno con l’obiettivo di combattere i turchi dell’organizzazione terroristica Pkk. Per Teheran, infatti, qualsiasi invasione di territorio di un altro Stato, senza il consenso del Governo di quest’ultimo, è un illecito commesso contro la sovranità territoriale di un Paese. Allo stesso modo, l’Iran si era dichiarato contrario all’operazione Ramo d’Ulivo, volta a prendere possesso della città siriana di Afrin in gennaio. Le dichiarazioni del generale iraniano, in contrasto con quanto affermato dai vertici di Ankara, hanno sollevato un grande imbarazzo.

 

Il voto dei curdi, scrive Linda Dorigo su Eastwest, sarà decisivo nelle elezioni turche previste per domenica. Per questo, “mentre il leader dell’Hdp Demirtas lancia il suo appello dal carcere, Erdogan e i suoi rivali corteggiano gli elettori più conservatori della minoranza”.