Rassegna della stampa italiana ed estera del 13 luglio 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:55:17

Dopo una giornata di stallo in mare, la nave della Guardia costiera Diciotti ha fatto sbarcare nel porto di Tripoli 67 profughi partiti dalla Libia. Virginia Piccolillo ripercorre sul Corriere della Sera quanto avvenuto, riportando le dichiarazioni del Primo ministro Conte e del ministro degli Interni Salvini, contrario allo sbarco dei migranti. La posizione di Salvini ha suscitato le reazioni delle organizzazioni umanitarie e dell’opposizione.

 

La reazione della Francia all’Islam parte da un’incomprensione lessicale diffusa. Secondo Yves Montenay, Contrepoints, la maggioranza della popolazione francese usa in maniera indiscriminata i termini “Islam”, “islamismo”, “jihadismo”, senza conoscere davvero quali differenze comportino. Inoltre, impera talvolta il luogo comune della delinquenza associata ai musulmani, che crea un pregiudizio molto diffuso nel Paese. In coda a queste considerazioni, Montenay presenta alcune letture sull’Islam modernista e propone una visione meno stereotipata del fenomeno.

 

“L’errore è credere che l’Islam di Francia non sia già organizzato”. Avverte così Rachid Benzine, islamologo, in un commento apparso ieri su Le Monde (edizione abbonati). Il grande dibattito in corso in Francia tralascia, secondo lo studioso, la possibilità che i musulmani francesi seguano già una qualche struttura. Il rischio è che il progetto possa promuovere una concezione sbagliata dell’Islam.

 

La Cina vuole entrare sempre di più nello scenario mediorientale e lo fa attraverso un piano di aiuti economici fino a 23 miliardi di dollari per 21 Paesi arabi. Asia News riporta l’incontro a Pechino tra il presidente cinese Xi Jinping e i leader delle nazioni del Medio Oriente, durante il quale il presidente Xi ha confermato il crescente interesse della Cina nella regione. Rimangono poco chiare le tempistiche e le modalità di sostegno.

 

Un ultimo lembo di territorio siriano controllato dai jihadisti dello Stato islamico è stato colpito e 28 civili sono rimasti uccisi. Non è chiaro chi abbia condotto l’attacco, scrive Giordano Stabile su La Stampa, perché nella zona è attiva la coalizione irachena, in accordo col Governo siriano e la coalizione anti-Isis a guida americana. In gioco c’è anche la riapertura del valico di frontiera tra Iraq e Siria, problematico perché da lì passano anche le armi per le milizie sciite.

 

Il 14 luglio 1958 ha segnato un punto di non ritorno per l’Iraq. Quella mattina di sessant’anni fa ha concluso la dinastia hashemita ed ha visto la nascita della Repubblica, sulle note della Marsigliese. Matthieu Rey ha scritto un’analisi approfondita su Orient XXI, in cui racconta il passaggio dell’Iraq al sistema repubblicano, sottolineandone il legame con la storia recente.

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