Rassegna stampa italiana ed estera del 26 aprile 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:54:38

Test medici per stabilire l’età dei richiedenti asilo in Germania: oggi la Corte Federale Amministrativa tedesca si riunisce per decidere se questo metodo debba rimanere un’eccezione o se invece debba diventare normale prassi. Ci sono stati dei casi, si legge su Deutsche Welle, in cui alcuni richiedenti sono stati classificati come minori, con i vantaggi che ne conseguono, quando in realtà si trattava di maggiorenni.

 

I rapporti tra gli stati arabi e i gruppi islamisti sono caratterizzati pragmatismo e alleanze volatili. Zoltan Pall (Carnegie Middle East Center) si concentra sul caso del Kuwait dove, dopo alcune manifestazioni anti-governative del 2011, la monarchia ha scelto di cooptare esponenti del gruppo salafita Al-Jamaa al-Salafiyya per depotenziarne la capacità di opposizione. Così facendo, però, i salafiti hanno stabilito una importante presenza nelle istituzioni e ampliato le loro reti transnazionali.

 

Nell’arco di 6 settimane tre paesi chiave del Medio Oriente andranno al voto: si comincia con il Libano, poi Iraq e infine Turchia. Il timore, scrive Roberto Bongiorni che sul Sole 24 Ore descrive sinteticamente gli aspetti più importanti di ciascuna tornata elettorale, è che in Libano e Iraq si affermino partiti e gruppi filo-iraniani.

 

Con poche eccezioni, i volti presenti nelle coalizioni elettorali irachene sono gli stessi che dominano la scena politica dal 2006. Nelle imminenti elezioni, però, una novità è rappresentata dalla frammentazione dei gruppi politici sciiti. Rend al-Rahim (Atlantic Council) spiega chi sono i contendenti, suddividendoli nei gruppi sciiti, sunniti e curdi.

 

Un altro colpo alla libertà di stampa in Turchia: 14 giornalisti del quotidiano Cumhuriyet, il più antico giornale del Paese e punto di riferimento per i laici, sono stati condannati con pene da 2 a 8 anni di reclusione per sostegno a organizzazione terroristica. Potranno ora ricorrere in appello ma, scrive Marta Ottaviani su La Stampa, il potere giudiziario è sempre più controllato dal partito di governo, l’Akp.

 

Asia Bibi, la donna cristiana pakistana in carcere con l’accusa di blasfemia da oltre 3000 giorni in attesa di giudizio, si è mostrata commossa quando ha saputo che il presidente della Corte Suprema del Pakistan, Saqib Nisar si occuperà personalmente del caso. Domani, 27 aprile si terrà una speciale veglia di preghiera per Asia Bibi, ha dichiarato Sebastian Shaw, arcivescovo di Lahore (Avvenire).