Una rassegna di fotografie spiegate, per portarvi con noi da Riyad a Gedda

Ultimo aggiornamento: 14/03/2024 14:04:03

Lo staff della Fondazione Oasis è stato in viaggio in Arabia Saudita, visitando Riyad e Gedda. Di seguito una serie di immagini che mostrano come il Paese abbia avviato un processo di profonde trasformazioni che durerà ancora a lungo.

Il sito storico di Diriyah, 20km a nord ovest di Riyad, casa natale della famiglia Saud. Qui Muhammad bin Saud ha dato vita al Primo Stato saudita. Nell’ultima immagine, giochi di luci con i colori dell’Arabia Saudita lo illuminano per festeggiare la vittoria di Riyadh come sede di EXPO 2030.

A sinistra, l’albero genealogico della famiglia al-Saud in una rappresentazione nel museo presso il sito di Diriyah. Al centro, la Torre Al Faisaliah, nel distretto Olaya a Riyad, progettata da  Brian Clarke e Norman Foster. La torre svetta su un centro composto da mall, uffici, un hotel 5 stelle e il King Faisal Center for Research and Islamic Studies. Nell’ultima immagine, la torre vista da un sovrappasso sulla trafficatissima King Fahd Road.

 

 

Una delle tante raffigurazioni presenti a Riyad di ‘Abdulaziz ibn Sa‘ud (in alto), fondatore della moderna Arabia Saudita, Re Salman (in basso a destra) e di Mohammed bin Salman (in basso a sinistra).

 

 

 

 

Riyad, forte Masmak. Nel 1902 ‘Abdulaziz ibn Saud, dopo un periodo di esilio in Kuwait, lo riconquistò dalle mani della tribù rivale dei Rashid. Ebbe così inizio il Terzo Stato saudita e il percorso verso la creazione dell’attuale Arabia Saudita.

 

 

Riyad: musica elettronica a tutto volume all’interno di un ristorante, dove si vedono insieme uomini e donne. Una situazione impensabile fino solo a pochissimi anni fa.

Vista della zona settentrionale e meridionale di Riyad dall’ultimo piano del Kingdom Centre.

 

 

 

Una donna saudita osserva il Mar Rosso dalla terrazza di un ristorante di Gedda.

 

 

 

Case tradizionali del centro storico di Gedda, al-Balad, patrimonio dell’UNESCO. Alcune di queste furono costruite durante la dominazione ottomana con pietra corallina e legno. La maggior parte è in fase di restauro da parte del Ministero della Cultura. A destra, la casa museo Beit Nasseef, sempre nel distretto storico di al-Balad.

Al-Makkiyah, Gedda. Residenza privata dell’architetto Sami Anghawi, chiamata così in riferimento alle origini meccane del suo proprietario. L’edificio è stato costruito negli anni ’80 con tre diversi tipi di pietre: la pietra corallina, che ricorda Gedda, la pietra rossa, un omaggio a Mecca, e la pietra lavica di Medina. A destra un’immagine dell’interno della residenza. Entrando, una grande corte coperta ospita una fontana attorno alla quale sono disposti alcuni majlis (salotti tradizionali) in cui la famiglia Anghawi ospita letture e conferenze sull’arte islamica, sull’architettura dello Hijaz, e concerti di musica tradizionale.

Molte spiagge a Gedda sono chiuse per lavori e per la presenza di enormi cantieri, come buona parte della Corniche e della zona settentrionale della città.

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