Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale

Ultimo aggiornamento: 05/12/2025 17:31:18

Save the date! Martedì 16 dicembre, alle ore 18.00, gli abbonati con la formula “speciale” potranno partecipare all’ultimo webinar riservato dell’anno, intitolato Il Medio Oriente dopo Gaza: conflitto senza fine o nuovo assetto regionale? Una conversazione con Riccardo Redaelli, professore di Storia dell’Asia e di Geopolitica

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Il processo di pace per la Striscia di Gaza procede a rilento e con crescenti difficoltà: il 4 dicembre è stato ucciso Yasser Abu Shabab, capo di una milizia filo-israeliana e anti-Hamas che aveva base a Rafah, nella parte meridionale dell’enclave. «La sua morte potrebbe trasformarsi un’iniezione di fiducia per Hamas, che lo ha definito un collaborazionista e ha ordinato ai propri combattenti di ucciderlo o catturarlo», spiega la Reuters. Il suo gruppo, chiamato le Forze Popolari di Gaza, ha però comunicato in una nota che Abu Shabab è morto per essere intervenuto in una lite familiare e ha bollato come «fuorvianti» le informazioni secondo cui sarebbe stato ucciso da Hamas. Nonostante il cessate il fuoco in vigore da ottobre, i combattimenti sono intanto proseguiti anche a Rafah: giovedì, per esempio, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver ucciso 40 combattenti di Hamas nascosti nei tunnel sotto la città.

Il ricercatore Mohamed Elgohari, sulle pagine di Foreign Affairs, si chiede se gli abitanti di Gaza siano pronti a liberarsi di Hamas. Dopo due anni di guerra il sostegno della popolazione palestinese nei confronti della milizia è calato, ma è necessario che Stati Uniti e Israele mantengano questo «slancio», che «dipende dall’attuazione efficace di misure di sicurezza e ricostruzione e di aiuti», finora arrivati a singhiozzo, per dimostrare alla popolazione locale «che un’autorità civile credibile, composta da palestinesi, posta al loro servizio e sostenuta da partner internazionali, è degna del loro sostegno».

Quando parla di slancio, Elgohari si riferisce al sondaggio realizzato dal Palestinian Center for Policy and Survey Research riguardo al sostegno dei gazawi ai vari gruppi che potrebbero guidare il futuro governo della Striscia. In particolare, «nell’ottobre 2025, quando agli intervistati è stato chiesto cosa pensassero di una amministrazione di Gaza garantita da un comitato professionale coordinato dall’Autorità Nazionale Palestinese, il 54% dei cittadini di Gaza e il 40% dei residencontinua a leggere

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