Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa araba

Ultimo aggiornamento: 13/06/2025 17:01:20

La chiave di lettura ottimistica dei venti di guerra che hanno soffiato negli ultimi giorni era che le minacce israeliane di attaccare l’Iran rientravano in una strategia coordinata per forzare l’Iran al tavolo negoziale. Parallelamente, infatti, erano stati confermati i negoziati di domenica in Oman tra Stati Uniti e Iran. Quanto avvenuto nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno ha confermato il contrario: la minaccia di una nuova guerra si è concretizzata con un pesante attacco condotto da Israele sul suolo iraniano. Mentre scriviamo l’attacco è ancora in corso, in particolare nelle zone di Tabriz e Shiraz. Quello che possiamo fare è cercare di mettere un po’ di ordine nelle tante e confuse informazioni che, come sempre in questi casi, i media e i social network ci mettono a disposizione. Il primo punto fermo: vi è un’enorme differenza rispetto alle precedenti operazioni israeliane contro l’Iran.

Per capirlo basta ascoltare le parole pronunciate da Benyamin Netanyahu: questo non è un attacco singolo, ma al contrario l’operazione «durerà per tutti i giorni necessari». Necessari per cosa? L’obiettivo dichiarato degli israeliani è eliminare il programma nucleare della Repubblica Islamica, definito dal Primo ministro israeliano una minaccia alla sopravvivenza dello Stato di Israele. Fin qui si tratterebbe di un modo diverso per raggiungere lo stesso obiettivo perseguito da Donalcontinua a leggere

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