Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale

Ultimo aggiornamento: 01/08/2025 13:45:10

Dopo l’annuncio dato dalla Francia di Emmanuel Macron, anche Regno Unito e Canada hanno comunicato l’intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina, mentre la Germania ha annunciato che potrebbe farlo in caso di «azioni unilaterali» da parte di Israele. Il riferimento tedesco alle «azioni unilaterali» allude alle dichiarazioni di due ministri del governo israeliano, Israel Katz (Difesa) e Yariv Levin (Giustizia), secondo i quali sarebbe giunto il momento di procedere alla completa annessione della Cisgiordania. Il premier britannico Keir Starmer ha sottolineato che Londra sospenderà il processo per il riconoscimento della Palestina qualora Israele intraprenda «passi sostanziali per porre fine alla spaventosa situazione a Gaza, concordi un cessate il fuoco e si impegni per una pace sostenibile e a lungo termine, rilanciando la prospettiva di una soluzione a due Stati». Per quanto, come ha osservato Jeremy Bowen sulla BBC, si tratti di un significativo cambiamento della politica estera inglese, è dunque chiaro che l’annunciato riconoscimento risponde alla necessità britannica di “punire” Israele per la sua condotta più che a una reale prospettiva politica di lungo periodo. La stizzita risposta israeliana non si è fatta attendere: per Netanyahu si tratta di un regalo ad Hamas che potrebbe portare alla creazione di uno «Stato jihadista» ai confini di Israele. Per quanto il riconoscimento dello Stato palestinese sia un passo soprattutto simbolico, è anche la reazione israeliana a dare la misura della sua importanza.

Quella espressa dal primo ministro israeliano è una posizione diametralmente opposta a quella che caratterizza i sauditi, registi di questa operazione. Come ha sintetizzato in un thread su X l’analista politico saudita Salman al-Ansari, il raggiungimento di una effettiva soluzione a due Stati rappresenta «l’incubo di Hamas» perché tale contesto «smantella la sua narrazione di reclutamento, prosciuga i finanziamenti e distrugge la sua stessa ragion d’essere». È tuttavia inverosimcontinua a leggere

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