Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale

Ultimo aggiornamento: 12/12/2025 16:25:37

Save the date! Martedì 16 dicembre, alle ore 18.00, gli abbonati con la formula “speciale” potranno partecipare all’ultimo webinar riservato dell’anno, intitolato Il Medio Oriente dopo Gaza: conflitto senza fine o nuovo assetto regionale? Una conversazione con Riccardo Redaelli, professore di Storia dell’Asia e di Geopolitica

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In Yemen la rapida conquista delle regioni di Hadhramaut e di al-Mahra da parte del Consiglio di Transizione del Sud (STC) ha segnato «il primo cambiamento sostanziale nella topografia politico-militare dello Yemen dal cessate il fuoco tra il movimento degli Houthi (Ansarallah) e il governo della Repubblica dello Yemen negoziato dall’ONU nel 2022». Ufficialmente, l’STC, sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti, ha agito per impedire che la zona scarsamente popolata (ma dove si concentrano le poche risorse petrolifere yemenite) sia usata come corridoio per inviare rifornimenti agli Houthi nel Nord del Paese e come base per gruppi di Isis o al-Qaeda. Gli obiettivi dell’STC sono però più ambiziosi e riguardano la creazione di uno Stato yemenita meridionale indipendente, sulla scorta di quello esistente tra il 1967 e il 1990: «l’unità nata nel 1990 è finita», ha dichiarato una fonte dell’STC martedì. Il politologo emiratino Abdulkhaleq Abdulla ha rincarato la dose: «lo Yemen non sarà unito come lo era prima che il gruppo Houthi iraniano prendesse il controllo di Sanaa. Il sud è il sud e il nord è il nord». Il presidente del gruppo, Aidarous Al Zubaidi, ha parlato di un periodo di institution building propedeutico alla creazione di un nuovo Stato. È per questo motivo che il gruppo separatista sta cercando di ottenere il sostegno internazionale e secondo quanto scritto dal The Times avrebbe inviato delegati a parlare con gli israeliani, facendo leva sul fatto di avere un nemico in comune, gli Houthi filoiraniani.

L’appoggio israeliano, poi, sarebbe funzionale all’ottenimento dell’approvazione da parte di Donald Trump, al quale l’STC potrebbe promettere – si legge sempre sul quotidiano londinese – di entrare a far parte degli Accordi di Abramo una volta ottenuta l’indipendenza da Sanaa. Ma l’STC potrebbe non fermarsi nemmeno allo Yemen meridionale. Al Zubaidi ha infatti anche affermato che le operazioni nella zona meridionale e orientale del Paese sono solo un punto di partenza: «lcontinua a leggere

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