Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale

Ultimo aggiornamento: 24/10/2025 15:56:34

Lo scorso fine settimana il cessate il fuoco a Gaza è stato messo a dura prova: dopo l’uccisione di due soldati israeliani, lo Stato ebraico ha lanciato una serie di bombardamenti che hanno provocato la morte di 26 palestinesi. Ulteriori episodi di violenza si sono verificati lunedì. Il presidente americano Donald Trump ha “dispiegato” in Israele i suoi pesi massimi in politica estera: l’inviato speciale Steve Witkoff, il genero Jared Kushner e il vicepresidente JD Vance. Dopo il vicepresidente è stato il turno del Segretario di Stato Marco Rubio. Sia Vance che Rubio hanno, tra le altre cose, messo in guardia Israele rispetto all’annessione della Cisgiordania, che rischierebbe di compromettere il mantenimento della tregua. Il fatto che a distanza di pochissimi giorni quattro dei più importanti esponenti dell’amministrazione Trump si siano recati in Israele mostra non soltanto quanto capitale politico la Casa Bianca abbia investito nel piano di pace, ma anche quanto sia necessario stabilire un “cordone di sicurezza” attorno a Netanyahu e al suo governo.

L’impressione è proprio che sia solo la pressione americana a mantenere in vigore la tregua. Come ha scritto Ben Caspit su Al-Monitor «di fronte alle crescenti pressioni dell’amministrazione Trump, […] Netanyahu non può né rompere il cessate il fuoco con Hamas né rifiutarsi di procedere con la seconda fase del piano [americano] per porre fine alla guerra di Gaza, nonostante la veemente opposizione dei suoi partner di coalizione di estrema destra». Questi ultimi lamentano – tra continua a leggere

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