La traduzione integrale del comunicato con cui il capo del braccio militare di Hamas ha lanciato l’attacco a Israele

Ultimo aggiornamento: 15/03/2024 11:38:07

Oasis ha tradotto a scopo documentale la registrazione audio con cui Muhammad Dayf, capo delle Brigate ‘Izz al-Din al-Qassam ha lanciato l’operazione “Diluvio di al-Aqsa”. Per leggere un commento al proclama clicca qui

 

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Sia lode a Dio, Signore dei mondi, la preghiera e la pace siano sul Signore degli Inviati e Guida dei combattenti, sulla sua famiglia e i suoi compagni.

 

Ha detto l’Altissimo: «Saran sgominate le masse, e volgeran le spalle, in fuga. Anzi, per quell’Ora li invitiamo a convegno; e l’Ora sarà più triste e più amara» (Cor. 54,45-46).

 

O moltitudini della nostra nazione arabo-islamica, dall’Oceano al Golfo, da Tangeri a Giacarta, o voi, uomini liberi di tutto il mondo, la pace, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi.

 

L’entità sionista ha occupato la nostra terra, scacciato la nostra gente, distrutto le nostre città, i nostri villaggi e i nostri paesi, commesso centinaia di massacri contro il nostro popolo, uccidendo bambini, donne e anziani, ha sepolto sotto le macerie delle case persone innocenti e pacifiche, ha violato con disprezzo tutte le consuetudini internazionali e i diritti umani e respinto le leggi internazionali. Avevamo messo in guardia i leader dell’occupazione dal perseverare nei loro crimini, e ci eravamo appellati ai capi del mondo affinché si attivassero per porre un limite ai crimini dell’occupazione nei confronti delle nostre cose sacre, del nostro popolo, dei nostri prigionieri e della nostra terra, e costringessero l’occupante a rispettare il diritto e le risoluzioni internazionali. Ma i leader dell’occupazione non ci hanno ascoltati e i capi del mondo non hanno agito. Al contrario, sono aumentati superando ogni limite i crimini commessi dall’occupante, soprattutto a Gerusalemme e nella Moschea benedetta di al-Aqsa, la prima delle due qibla e il terzo luogo più santo[1].

 

Sono aumentate le aggressioni delle forze di occupazione sulla sacra Spianata delle Moschee, ed esse hanno calpestato la sua sacralità con le loro scarpe. Hanno ripetutamente attaccato le custodi di al-Aqsa[2], picchiandole e strattonandole, trascinato anziani, bambini e giovani, e impedito alla nostra gente di raggiungere la moschea. Hanno permesso ai gruppi ebraici di profanare la Moschea di al-Aqsa con aggressioni quotidiane, compiendovi riti e preghiere talmudiche e suonandovi il corno[3] vestiti con abiti sacerdotali. E non nascondono la loro intenzione di costruire il loro presunto tempio sulle rovine del luogo del viaggio notturno del nostro Profeta Muhammad[4], la preghiera e la pace siano su di lui.

 

Gli occupanti hanno portato le loro vacche rosse per sacrificarle e spargerne le ceneri mischiate con acqua come annuncio della demolizione di al-Aqsa e la costruzione del tempio[5]. Hanno osato insultare il nostro profeta Muhammad, la preghiera e la pace siano su di lui, sulla spianata della Moschea benedetta di al-Aqsa, hanno stracciato delle copie del Corano e sono entrati nelle moschee con dei cani.

 

Ogni giorno affermano nuove verità sulla strada dei loro sogni oscuri, ogni giorno attaccano la nostra gente nei quartieri di Gerusalemme, la depredano delle sue case e delle sue proprietà, e allo stesso tempo le autorità dell’occupazione continuano a detenere migliaia di nostri eroici prigionieri, praticando contro di loro i più orrendi metodi di oppressione, tortura e umiliazione. Centinaia di nostri prigionieri e prigioniere hanno trascorso nell’oscurità delle carceri venti o più anni. A decine sono stati divorati dal cancro e dalle malattie. Molti dei nostri cari sono deceduti a causa dell’assenza di cure o sono stati lasciati morire lentamente in modo deliberato. I nostri inviti a trovare un accordo per uno scambio umanitario sono stati ostinatamente rifiutati.

 

Ogni giorno le forze di occupazione prendono d’assalto le nostre città, i nostri villaggi e i nostri paesi in tutta la Cisgiordania devastandoli con la loro depravazione, irrompono nelle abitazioni di persone pacifiche, uccidono e feriscono, aggrediscono e arrestano. Quest’anno hanno raggiunto le centinaia i martiri e i feriti vittime di questi crimini. Allo stesso tempo, gli occupanti confiscano migliaia di dunum[6], sradicano la nostra gente dalle loro case, dalle loro terre e dalle loro tende, costruendovi gli insediamenti al loro posto e difendono le bande di coloni che seminano il caos, bruciano, rubano e distruggono le colture e il bestiame.

 

Dal momento che l’occupazione criminale continua a imporre un assedio delittuoso alla nostra amata Striscia, e considerando i crimini ininterrotti ai danni della nostra gente e del nostro popolo, le provocazioni dell’occupante e la sua indifferenza verso le leggi e le risoluzioni internazionali, il sostegno americano e occidentale e il silenzio internazionale nei suoi confronti, abbiamo deciso… abbiamo deciso di porre un limite a tutto questo con l’aiuto di Dio, affinché il nemico capisca che è finito il tempo in cui egli può seminare il caos senza che gli venga chiesto conto. Annunciamo l’inizio dell’operazione “Diluvio di al-Aqsa” e, con l’aiuto e la potenza di Dio, annunciamo anche che nei primi venti minuti del primo attacco, che ha colpito le postazioni, gli aeroporti e le fortificazioni militari del nemico, sono stati lanciati più di 5.000 missili e razzi.

 

O moltitudini del nostro popolo e della nostra nazione, o voi uomini liberi del mondo, oggi esplode la rabbia di al-Aqsa, la rabbia del nostro popolo, la rabbia della nostra nazione, la rabbia degli uomini liberi del mondo, dei combattenti giusti. Questo è il vostro momento, fate capire a questo nemico criminale che il suo tempo è finito. «Uccidete dunque chi vi combatte dovunque li troviate e scacciateli di dove hanno scacciato voi» (Cor. 2,191).

 

Non uccidete gli anziani e i bambini e cancellate questa sozzura dalla vostra terra e dalle vostre cose sacre, combattete e gli angeli combatteranno con voi, Dio vi accompagnerà scatenando per voi i suoi angeli e per voi adempirà la Sua promessa. Nostro dovere è sostenere i credenti. O voi giovani della Cisgiordania, o voi tutti, indipendentemente dalle vostre organizzazioni, oggi è il giorno in cui potete spazzare via questo occupante e i suoi insediamenti da tutta la nostra terra in Cisgiordania, e fargli pagare il prezzo dei crimini commessi lungo questi lunghi e miseri anni.

 

Organizzate i vostri attacchi contro gli insediamenti con tutti i mezzi e gli strumenti di cui disponete. Oggi, sì, a partire da oggi, terminano il coordinamento per la sicurezza e i suoi apparati[7], e voi potrete dimostrare che il vostro patriottismo e la vostra appartenenza ad al-Aqsa, a Gerusalemme e alla Palestina sono più grandi di tutte le chimere dell’occupazione. Oggi, sì, oggi, il nostro popolo riprende la sua rivoluzione, rettifica il proprio percorso e ritorna al progetto di liberazione e di fondazione dello Stato attraverso il sangue e il martirio.

 

O gente di Gerusalemme, sollevatevi per sostenere la vostra al-Aqsa, espellete le forze di occupazione e i coloni dalla vostra Gerusalemme e distruggete i muri che vi isolano. O voi che vivete nel Negev, nella Galilea e nel Triangolo, a Giaffa, Haifa, Acri, Lod e Ramla, incendiate la terra sotto i piedi dell’occupante usurpatore, uccidendo, bruciando, distruggendo e bloccando le strade, e fategli capire che il Diluvio di al-Aqsa è più grande di quanto pensi e crede.

 

O fratelli della resistenza islamica in Libano, Iran, Yemen, Iraq e Siria, questo è il giorno in cui la vostra resistenza si unisce al popolo in Palestina, affinché questo occupante vigliacco capisca che è finito il tempo delle sue provocazioni, del tempo in cui vengono uccisi ulema e capi, e vengono saccheggiate ricchezze. È finito il bombardamento quasi quotidiano in Siria e in Iraq, è finito il tempo di coloro che hanno scommesso sulla divisione della umma e sulla dispersione delle sue forze nei conflitti interni. È giunto il tempo che tutte le forze arabe e islamiche si uniscano per spazzare via questa occupazione dai nostri luoghi sacri e dalla nostra terra.

 

O gente della Giordania e del Libano, dell’Egitto, dell’Algeria e del Marocco arabi, del Pakistan, della Malesia e dell’Indonesia, e di tutte le parti della patria araba e islamica, iniziate ora e non domani la vostra avanzata quotidiana verso la Palestina, e non lasciate che confini, regimi o restrizioni vi privino dell’onore del jihad e della partecipazione alla liberazione della Moschea di al-Aqsa. «Lanciatevi dunque in battaglia, armati con armi leggere, armati con armi pesanti! Combattete con i vostri beni e con le vostre persone sulla via di Dio! Questo è il meglio per voi, se voi lo sapeste!» (Cor. 9,41)

 

Oggi, proprio oggi, chiunque possieda un fucile lo tiri fuori, questo è il momento, e chi ne è sprovvisto tiri fuori la mannaia, l’ascia, la scure, le bombe molotov, il camion, il bulldozer o l’automobile.

 

Oggi la storia apre le sue pagine più chiare, nobili e luminose. Chi registrerà il proprio nome, il nome della propria famiglia e il nome della sua città nelle pagine della luce e della gloria? O figli della nostra nazione, o uomini liberi del mondo, chi non può partecipare direttamente al Diluvio di al-Aqsa vi prenda parte mostrando solidarietà e sostegno e manifestando. Uscite nelle piazze, issate la bandiera della libertà per la Palestina e per al-Aqsa, e proclamate sit-in in ogni dove per impedire ai regimi che hanno fornito sostegno e copertura ai crimini dell’occupazione di continuare a essere complici. Questo è il giorno della grande rivoluzione che porrà fine all’ultima occupazione e all’ultimo regime di apartheid razzista nel mondo.

 

O voi uomini e donne giusti, o voi custodi del Corano, o voi guardiani del Libro di Dio, o voi adoratori che digiunate, che state in piedi, vi inginocchiate e vi prostrate, riunitevi nelle vostre moschee e nei vostri luoghi di culto, pregate Dio che ci conceda la Sua vittoria, che ci invii in soccorso i Suoi angeli, e che realizzi le vostre speranze di pregare ad al-Aqsa libera e pura. Egli, infatti, è «un sublime patrono, sublime soccorritore al trionfo» (Cor. 8,40).

 

In conclusione, tutti devono seguire le indicazioni e le istruzioni diramate attraverso le prossime comunicazioni militari.

«Dio vince sempre nell’eseguir il Suo Piano, ma i più non lo sanno, fra gli uomini» (Cor. 12,21).

 

Vostro fratello, il comandante in capo delle Brigate del martire ‘Izz al-Din al-Qassam, Muhammad Dayf.

 

Traduzione dall’arabo a cura di Chiara Pellegrino e Michele Brignone

 

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis
 
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[1] Gerusalemme è stata la prima direzione (qibla) verso la quale si rivolgevano in musulmani in preghiera. È poi stata sostituita con la Mecca, ma rimane il terzo luogo più santo dell’Islam dopo la Mecca e Medina (NdT).
[2] Il comunicato si riferisce qui alle murābitāt, un gruppo di donne che hanno il compito di difendere la moschea di al-Aqsa dalle incursioni dei gruppi della destra religiosa ebraica (NdT).
[3] Si tratta di un riferimento allo shofar, il corno ebraico che gruppi della destra religiosa ebraica suonano come gesto di sfida all’interno della Spianata delle Moschee (NdT).
[4] Riferimento all’episodio del viaggio notturno di Muhammad, nel quale, secondo la tradizione islamico, il profeta dell’Islam sarebbe stato condotto dall’angelo Gabriele dal tempio della Mecca a Gerusalemme («il Tempio Ultimo», al-masjid al-aqsā, secondo un versetto del Corano, da cui appunto il nome della moschea di al-Aqsā, NdT).
[5] Questo passaggio si riferisce a una credenza ebraica, ispirata al libro dei Numeri (19,1-10) e alimentata dai gruppi della destra religiosa, secondo la quale la costruzione del terzo Tempio nel luogo in cui si trovavano i primi due, ora occupato dalla Spianata delle Moschee, deve essere preceduta dall’immolazione di una giovenca di colore rosso, «senza macchia e senza difetti», e all’aspersione del posto con le sue ceneri mescolate ad acqua. In base a questa convinzione, negli ultimi anni si sono moltiplicati i tentativi di allevare, anche tramite gli strumenti dell’ingegneria genetica e delle biotecnologie, animali adatti al rito previsto dalla Bibbia (NdT).
[6] Unità di misura adottata a partire dall’età ottomana, e tuttora usata in alcuni Paesi, per calcolare le superfici terriere (NdT). 
[7] Si tratta di un riferimento alla cooperazione tra l’Autorità Nazionale Palestinese e lo Stato d’Israele (NdT).

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