Rassegna della stampa italiana ed estera del 21 marzo 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:54:25

Dalla stampa italiana

 

Mentre in Occidente si parla dello scandalo che coinvolge Facebook, Daniele Raineri su Il Foglio analizza il ruolo del social network nelle primavere arabe: da speranza dei manifestanti a canale ufficiale dei regimi.

 

Per la prima volta dopo 10 anni, Israele ha ammesso ufficialmente di aver condotto un’operazione contro la Siria di Bashar al-Assad. L’operazione Orchard, che Giordano Stabile descrive brevemente su La Stampa, portò alla distruzione di un reattore nucleare in costruzione nei pressi di Deir ez-Zour.

 

Mohammed Bin Salman in visita negli Stati Uniti. Secondo Roberto Bongiorni (Il Sole 24 Ore) l’obiettivo principale del viaggio è “rafforzare quella nuova alleanza strategica forgiata con Trump lo scorso giugno, quando il presidente americano sbarcò a Riad con al seguito una nutrita delegazione di businessmen”. L’Ipo di Aramco, però, si allontana sempre più.

 

Nell’assedio di Afrin non sono morti soltanto curdi, ma anche alcuni ragazzi europei che facevano parte della “brigata internazionale” che combatteva al fianco delle milizie Ypg. L’ultima vittima è una ragazza inglese di 26 anni, Anna Campbell. Ne parla Paolo Gallori su Repubblica.

 

Rep: pubblica un reportage Francesca Caferri dallo Yemen: il conflitto scoppiato nel 2014 ha provocato un’emergenza che lascia 22 milioni di persone senza aiuti umanitari. Nelle città che un tempo erano celebrate da Pasolini, scrive Caferri, “oggi la ricchezza è solo un pozzo d’acqua”.

 

Dalla stampa francofona

 

A causa di divergenze rispetto ai conflitti in Africa del Nord, l’Algeria ha deciso di rifiutare la soppressione del visto con la Turchia, richiesta dal presidente turco Erdogan durante una visita ad Algeri a fine febbraio. Nonostante questo, sottolinea Géopolis, i rapporti economici e culturali tra i due Stati sarebbero eccellenti.

 

Un nuovo “separatismo” si fa strada in Francia. Un centinaio di intellettuali francesi, tra cui ex ministri, hanno denunciato la logica di segregazione che, a loro avviso, starebbero portando avanti alcuni gruppi musulmani, per distinguersi dalla comunità nazionale. La Croix riporta uno dei casi scatenanti, cioè quello di uno stage per insegnanti proibito ai “bianchi”.

 

La direttrice del Centro di studi femminili nell’Islam in Marocco (Centre des études féminines en Islam), Asma Lamrabet, ha dato le dimissioni. La ricercatrice, dopo molte pressioni subite a causa delle sue pubblicazioni nelle quali promuove una lettura non politicizzata dei testi sacri in materia di donne, ha gettato la spugna, scrive Jeune Afrique, non ritenendo più di proseguire nella sua battaglia.

 

Nella chiesa-grotta libanese di Notre-Dame di Qannoubine sono stati scoperti e restaurati alcuni affreschi del XVII secolo. Tra gli affreschi, scrive L’Orient Le Jour, anche uno dedicato all’incoronazione della Vergine Maria, con ai piedi quindici patriarchi maroniti, che hanno guidato la chiesa locale tra il 1440 e il 1830.

 

Dalla stampa anglofona

 

Perché la siccità in Iran è una questione di sicurezza nazionale. La siccità ha investito la maggior parte del Paese per almeno dieci anni, le precipitazioni atmosfriche sono diminuite fino ad arrivare a un record minimo storico in 50 anni. E la situazione è destinata a peggiorare (al-Monitor).

 

La guerra in Iraq continua a dividere il pubblico americano, 15 anni dopo il suo inizio. Circa la metà (il 48 per cento) degli americani sostiene che la decisione di usare la forza sia stata sbagliata, mentre il 43 per cento pensa sia stato giusto, secondo un sondaggio del Pew Research Center.

 

Ecco come il prezzo basso del petrolio spinge l'Arabia Saudita versa la riforma. La svolta saudita dei mesi scorsi non è soltanto il risultato dell'apertura di Mohamed bin Salman. Un lungo periodo di prezzi ribassati del greggio, una maggiore competizione da parte degli Stati Uniti a causa dello sfruttamento di shale oil hanno cambiato drammaticamente le dinamiche regionali e imposto al Paese una ristrutturazione della propria economia (TIME).

 

Perché la frattura tra sauditi e Qatar va avanti. Quando quattro Stati del Golfo a giugno hanno interrotto le relazioni con il piccolo emirato, si pensava che la diatriba sarebbe stata presto risolta. Invece, i leader del Qatar hanno scelo l'isolamento piuttosto che il riavvicinamento a Riad. Le mediazioni del Kuwait sono fallite. L'ex segretario di Stato americano Rex Tillerson ha tentato di abbassare le tensioni, ma è stato licenziato da Trump il 13 marzo (Bloomberg).