Rassegna della stampa italiana ed estera del 13 giugno 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:54:55

La politica di Matteo Salvini nei confronti degli immigrati vista dalla Francia. Benoît Delmas, corrispondente di Le Point a Tunisi, commenta dal suo punto di vista le parole di Salvini nei confronti dei centri di accoglienza per migranti. Le Point afferma anche che il Ministro dell’interno italiano ha detto, tra le altre cose, che alcune decine di migliaia di tunisini saranno estromessi dal Paese.

 

Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera scrive che dalla Libia circa 50.000 migranti sarebbero pronti a salpare in direzione dell'Italia. Secondo Sarzanini i libici stanno lanciando un messaggio alle autorità italiane: occorre rinnovare l’Intesa tra i due paesi, altrimenti non potranno riprendere i controlli delle partenze.  

 

Célian Macé parla di “kit progressista” in un contributo pubblicato su Libération. Si tratta di una proposta di cambiare la legge in vigore in Tunisia, che prevede l’abolizione della pena di morte, la revisione dell’articolo che criminalizza l’omosessualità e una riforma dell’ereditarietà pensata per dare pari diritti a uomini e donne. La proposta è stata presentata martedì dalla Colibe (Commissione per le libertà individuali e per l’uguaglianza) al presidente Essebsi.

 

Il Maghreb tra instabilità sociale e politica. L’editoriale di Marwane Ben Yahmed pubblicato su Jeune Afrique racconta la situazione attuale nei Paesi del nord Africa, una regione, a suo avviso, tra le meno integrate. Il Marocco alle prese con una grande frattura tra la popolazione e le élite, l’Algeria nell’immobilità politica e la Tunisia che non ha ancora trovato un suo equilibrio interno dalla rivoluzione del 2011.

 

Cristina Uguccioni (Vatican Insider) ha intervistato padre Cristobal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat, capitale del Marocco. L’intervista tocca molti punti della vita nel Paese nordafricano: come è composta la comunità cattolica, come è vista dai musulmani e dalle autorità ufficiali, quali sono i livelli del dialogo interreligioso in atto.

 

Mentre il Parlamento iracheno approva una mozione che intima un nuovo conteggio dei voti delle ultime elezioni, da Najaf arriva un colpo di scena: il leader sciita nazionalista Moqtada al-Sadr, vincitore della maggioranza relativa, ha annunciato la formazione di un’alleanza con il filo-iraniano Hadi al-Ameri. L’annunciata alleanza tra le due liste, si legge su AsiaNews, cancella ogni speranza del premier uscente, Haider al-Abadi.

 

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