Rassegna della stampa italiana ed estera del 9 luglio 2018

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:55:13

Alberto Alesina sul Corriere della Sera espone i risultati di una ricerca sulla percezione degli immigrati in sei Paesi: Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Svezia e Regno Unito. I numeri dell’immigrazione appaiono abbondantemente sovrastimati, così come la percentuale di immigrati musulmani. Gioca un ruolo importante, scrive Alesina, l’informazione: dalla ricerca emerge che “se informati correttamente, l’avversione anti immigrati e allo stato sociale per tutti, sparisce”.

 

La “fraternità” è sempre stato il termine meno considerato del trinomio “Libertà, uguaglianza, fraternità”, il motto della Repubblica francese. Per la prima volta, il Consiglio costituzionale ha deciso di ridare valore al principio di fraternità, di regolamentarlo e di considerarlo come punto di partenza per affrontare la questione dei migranti. L’editoriale di Le Monde riporta e spiega la decisione del Consiglio.

 

Viaggio lampo a Tripoli del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi che sabato ha incontrato a Tripoli il presidente del Consiglio presidenziale Fayez Al Serraj, il vice primo ministro Ahmed Maitig, il ministro degli Esteri Mohammed Taher Siyala e il presidente dell'Alto Consiglio di Stato Khaled Al Meshri. Nel corso dei colloqui, si legge sul Sole 24 Ore, le autorità libiche hanno confermato la volontà di proseguire e rafforzare il partenariato strategico con l’Italia.

 

Magloire Adoumadji Madjastan (Contrepoints) espone le tre sfide più grosse che la Libia dovrà affrontare prima delle elezioni che si terranno in dicembre. Alla domanda se il voto sarà una panacea per uscire dall’impasse politica nel Paese, Madjastan risponde che il prerequisito necessario alle elezioni è la sicurezza, difficile da raggiungere per via delle milizie armate; la seconda sfida, continua, è quella istituzionale, considerando che la tornata elettorale è stata decisa da un gruppo di rappresentanti del Paese, ma non da tutti; infine, la sfida economica, quella principale secondo Madjastan, che dovrebbe prevedere la redistribuzione delle risorse tra le entità politiche e sociologiche del Paese.

 

La vendita di armi al Cairo si è impennata da quando al-Sisi è al potere, registra un rapporto di quattro Ong francesi che denuncia: Parigi fornisce anche dei sistemi di sorveglianza per controllare i cittadini. Ne parla Danilo Ceccarelli su EastWest.

 

Sono 18.000 persone, tra forze dell’ordine, insegnanti, universitari, ad essere state destituite con un decreto varato domenica 8 luglio dal neoeletto presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Inoltre, dodici associazioni sono state chiuse, insieme a tre giornali e a una televisione, riporta Atlantico. Oggi, infatti, il presidente terrà il giuramento, che segnerà l’entrata in vigore del nuovo sistema presidenziale. Da questo momento in avanti lo stato di emergenza, in vigore nel Paese dal tentato colpo di Stato del luglio 2016, dovrebbe essere tolto.