Rassegna stampa italiana ed estera del 27 novembre 2017

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 08:54:01

Dalla stampa italiana

 

Francesco e la fragile democrazia del Myanmar. Il Papa arriva a Yangon, prima tappa del viaggio che lo porterà anche in Bangladesh. La trasferta difficile inizia nel Paese dove i musulmani Rohingya sono stati costretti a lasciare le loro terre. Bergoglio vuole incoraggiare le religioni a costruire la pace nel rispetto dei diritti e delle identità di ciascuno, scrive Andrea Tornielli sulla Stampa.

 

Viaggio apostolico. Il Papa in Myanmar e Bangladesh. Su Avvenire il programma della visita in Asia.

 

Migranti, Oim: nel Mediterraneo si è creato un "pericoloso vuoto". Intervista a Federico Soda, direttore dell'Ufficio per il Mediterraneo dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni: sugli sbarchi "confermato il calo, ma la situazione non è migliorata nei Paesi d’origine ed è peggiorata in Libia". Il grande piano d'investimenti Ue? "Si traduca in vera partnership con l'Africa. Non si devono condizionare gli aiuti al blocco dei flussi (La Repubblica).

 

Dalla stampa anglofona

 

Il viaggio del Papa in Myanmar e Bangladesh gira attorno a una parola: Rohingya. Papa Francesco inizia oggi una visita in Asia per incoraggiare le piccole comunità cristiane di Myanmar e Bangladesh e per raggiungere le popolazione di alcuni dei Paesi più poveri della regione, ma la grande questione è quella se pronuncerà la parola “Rohingya” mentre si trova laggiù (the Washington Post).

 

Papa Francesco è arrivato in Myanmar tra tensioni crescenti. Durante la visita molto anticipata si pensa che il Pontefice tenterà di indebolire le tensioni sulla persecuzione della minoranza musulmana Rohingya nella nazione a maggioranza buddhista (TIME).

 

Incomprensioni sulle vittime del massacro nel Sinai. "Descrivere i sufi come 'tolleranti' e 'pluralisti' è vero, ma farlo presuppone che i musulmani non sufi non lo siano", scrive Shadi Hamid sull'Atlantic.

 

In Egitto, l'attacco potrebbe riconsolidare un'allenaza militare tra Paesi musulmani e Arabia Saudita. Il potente principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha detto domenica che l'attacco alla  moschea in Egitto dove sono morti circa 300 fedeli potrebbe rinsaldare una coalizione militare nata da Riad con l'obiettivo di contrastare "terrorismo ed estremismo" (Reuters).

 

Dalla stampa francofona

 

Il sufismo nemico di Daesh. La moschea egiziana colpita dall’attentato di venerdì scorso era frequentata dai sufi, considerati eretici dagli islamisti (La Croix).

 

“Siamo diventati dei fantasmi e dei prigionieri”. Nel Sinai del Nord, dove la minaccia jihadista è in costante aumento, gli abitanti che non sono fuggiti vivono nella paura e nella violenza (Libération).

 

Riad vuole essere a capo della lotta al terrorismo. È stata lanciata ufficialmente la coalizione antiterrorismo formata da più di 40 Paesi con a capo l’Arabia Saudita. Eppure, sostiene il ricercatore Hasni Abidi, alcuni membri si mostrano diffidenti nei confronti del regno wahhabita (L’Orient Le Jour).

 

Oggi Papa Francesco si reca in Birmania, dove affronterà la questione del rispetto per le minoranze e la delicata situazione dei Rohingya. Il Pontefice andrà poi in Bangladesh (Le Monde).