Il Rapporto Giovani realizzato dall’Istituto Toniolo e giunto alla nona edizione è la più estesa ricerca in Italia sull’universo giovanile. Nel volume vengono analizzati i fronti rispetto ai quali si giocano le sorti di una ripresa del Paese e vengono approfondite condizioni e aspettative delle categorie alle quali il Pnrr si rivolge. Moltissimi sono i temi esplorati: dalla scuola al volontariato, dai progetti di vita al south working.

Ultimo aggiornamento: 05/09/2022 11:03:55

Contenuto sponsorizzato da Istituto Giuseppe Toniolo 

 

Per i giovani italiani il 2022 è l’anno da cui inizia il futuro. Si apre, infatti, un tempo nuovo in cui possono essere protagonisti: è questa la loro grande attesa e la lente attraverso la quale guardano il Paese che fino ad ora li ha oggettivamente trascurati. Il loro sguardo carico di energia e vitalità emerge dal nuovo Rapporto Giovani, uscito il 10 giugno (ed. Il Mulino).

 

Da un lato la lunga emergenza sanitaria - con le sue restrizioni e complicazioni relative alla scuola, alle relazioni, al lavoro, alle scelte di vita - ha lasciato segni pesanti. Ha eroso in modo marcato le risorse positive interne e le competenze sociali in tutte le dimensioni. A diminuire è in particolare chi afferma di avere (“molto” o “moltissimo”) una “Idea positiva di sé”, che scende da 53,3% del 2020 a 45,9% nel 2022, ma anche chi ha “Motivazione ed entusiasmo nelle proprie azioni” che nello stesso periodo passa da 64,5% a 57,4% e chi sa “Perseguire un obiettivo”, che scende da 67,0 a 60,0.

 

D’altro lato, c’è anche la consapevolezza della possibilità che si apra una nuova fase di sviluppo inclusivo e sostenibile del Paese, in grado di superare i limiti e le contraddizioni del passato. Alta è l’incertezza nei confronti del futuro ma allo stesso tempo è elevata anche l’apertura verso i cambiamenti. Alta è la domanda di un lavoro con reddito adeguato (68% dei giovani tra i 18-22 anni), ma anche il desiderio di farlo all’interno di una azienda di cui si condividono i valori (60%) e si svolge una attività con ricadute positive per la società e l’ambiente (60%). Bassa è la conoscenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha visto i giovani poco coinvolti (il 31,8% non sa cosa sia), ma forte è l’auspicio, tra chi è informato, che possa contribuire a risolvere i problemi strutturali del Paese e dare un rilancio alle possibilità di crescita (59,9% in età 18-22 anni concorda “abbastanza” o “molto”), e in buona misura anche migliorare le stesse opportunità per i giovani (52,2%).

 

Ma affinché questa strada venga davvero intrapresa ci sono alcune condizioni. La prima riguarda le azioni di sistema del Pnrr: nei giovani emerge chiaramente la consapevolezza della necessità di un cambio di passo e di un salto di qualità che, con le nuove risorse europee e dopo la discontinuità prodotta dalla pandemia, l’Italia possa davvero fare. Dunque, risulta decisivo focalizzare piani e progetti che rispondano alla loro domanda di cambiamento. L’efficacia di quanto verrà realizzato con i finanziamenti di Next Generation Eu va allora misurata sulla capacità di mettere il potenziale delle nuove generazioni al centro dei processi che generano benessere in tutto il territorio italiano.

 

Copertina fronte.jpg

La seconda ha a che fare con i riscontri nella vita personale: occorre mettere i giovani italiani nelle condizioni di migliorare progressivamente, nei tempi e modi adeguati, il proprio percorso occupazionale e accedere a un lavoro di qualità e abilitante rispetto alle scelte di vita. La terza condizione va riferita alle dinamiche della forza lavoro e al ruolo del capitale umano delle nuove generazioni nel sistema produttivo italiano, un bene diventato scarso in Italia. La formazione dei giovani, l’utilizzo e la valorizzazione delle loro competenze aggiornate all’interno delle aziende e delle organizzazioni sono il prerequisito, tanto più con i freni degli squilibri demografici e del debito pubblico, per un’Italia che voglia essere competitiva nei processi di sviluppo nella parte centrale di questo secolo.

 

Infine, non si può non sostenere e promuovere la forte domanda di protagonismo positivo dei giovani nella società, che emerge non solo dai dati ma è visibile anche attraverso i movimenti a favore dell’ambiente e contro il riscaldamento globale o attraverso l’attività di volontariato svolta durante l’emergenza sanitaria.

 

Nella prima parte del nuovo Rapporto, vengono analizzati quattro fronti rispetto ai quali si giocano le sorti di una ripresa che possa far leva sulle intelligenze, le energie e la vitalità delle nuove generazioni: le nuove modalità di formazione e le nuove competenze, i nuovi lavori, i nuovi nuclei familiari, le nuove forme di partecipazione sociale. Nella seconda parte vengono approfondite condizioni e aspettative delle categorie di persone alle quali il Pnrr si rivolge con specifica attenzione in modo trasversale. Oltre ai giovani, le donne e chi vive al Sud e nelle aree economicamente meno dinamiche del paese, c’è anche un approfondimento sulla componente straniera che nel Piano è lasciata un po’ in ombra.

 

Moltissimi sono i temi esplorati dai curatori: dalla scuola al volontariato, dai progetti di vita al south working. Particolarmente interessante si rivela, anche in termini comparativi, poi l’approfondimento finale sulla condizione dei giovani in Spagna.

 

 

L’Istituto Giuseppe Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica, a partire dal 2012, realizza il Rapporto Giovani, la più estesa ricerca nel nostro Paese sull’universo giovanile, fornendo dati comparabili a livello internazionale.

 

Nel 2021 è stato avviato il terzo ciclo triennale dell’indagine longitudinale rappresentativa dei giovani italiani. La numerosità campionaria prevista è pari a 7.000 interviste, investimento che la configura come maggiore indagine disponibile sui giovani nel nostro Paese.

 

* Ente fondatore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Oasiscenter
Abbiamo bisogno di te

Dal 2004 lavoriamo per favorire la conoscenza reciproca tra cristiani e musulmani e studiamo il modo in cui essi vivono e interpretano le grandi sfide del mondo contemporaneo.

Chiediamo il contributo di chi, come te, ha a cuore la nostra missione, condivide i nostri valori e cerca approfondimenti seri ma accessibili sul mondo islamico e sui suoi rapporti con l’Occidente.

Il tuo aiuto è prezioso per garantire la continuità, la qualità e l’indipendenza del nostro lavoro. Grazie!

sostienici