Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale

Ultimo aggiornamento: 12/09/2025 15:36:31

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Per rendere l’idea dell’escalation in corso in Medio Oriente basti pensare che il dirigente di Hamas Khalid Meshaal è già stato oggetto di tentato assassinio: nel 1997, quando era capo politico del movimento, gli israeliani lo avvelenarono ad Amman, in Giordania. All’epoca l’ira di Re Hussein e degli americani costrinse Benyamin Netanyahu (già primo ministro) a fornire l’antidoto per il veleno utilizzato. Così, Meshaal sopravvisse, come avvenuto anche in occasione del bombardamento israeliano su Doha. Ma per cercare di uccidere lui e il resto della leadership politica di Hamas (qui un sunto di chi è Khalil Al-Hayya, altra figura di spicco sopravvissuta, a differenza di suo figlio) Israele è passato dall’uso del veleno a un bombardamento aereo nei confronti di un Paese terzo e non coinvolto nel conflitto come il Qatar.

Non sono solo i metodi “spicci” a spiegare il salto di qualità: come ha osservato il politologo Mark Lynch, lo Stato ebraico «ha costantemente spinto i limiti di tali assassinii e attacchi aerei» e colpire un Paese come il Qatar, membro del Gulf Cooperation Council (GCC) e alleato degli americani, pone Israele in rotta di collisione con gli Stati Uniti. Netanyahu, ha scritto Yousef Munayyer (capo del programma Palestina/Israele dell’Arab Center di Washington) «rompe un tabù dopo lcontinua a leggere

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