Intervento di Claudia Sorlini, vicepresidente della Fondazione Cariplo, alla conferenza internazionale “Cambiare rotta. I migranti e l’Europa”

Ultimo aggiornamento: 07/02/2024 10:57:44

Ringrazio il Rettore Anelli per l’ospitalità in questa sede e saluto tutti gli altri relatori e il pubblico che numeroso partecipa ai lavori. Vorrei riprendere l’intervento del Rettore Anelli, il quale ha sottolineato quanto il problema della migrazione continui a essere all’ordine del giorno e quanto pesino le implicazioni di carattere culturale, che lo rendono più complesso. Tuttavia, desidero sottolineare che la immigrazione può essere anche una grande opportunità per il nostro futuro: proprio per questo non va concepita come una questione emergenziale, ma come un problema da affrontare con un orizzonte temporale molto più ampio di quanto non si sia fatto finora e soprattutto con un approccio integrato che consideri i tanti altri problemi che ruotano attorno ad essa.

 

Tra le diverse cause che spingono molte persone a migrare dai paesi del sud del mondo ci sono guerre, persecuzioni, limitazioni della libertà, fame, e desiderio di costruire un futuro migliore per sé e per i propri figli, cioè motivazioni più che legittime. A queste cause si aggiunge anche il cambiamento climatico che porta siccità, aridità, desertificazione, eventi estremi e quindi ulteriore povertà. I responsabili della crisi climatica sono da rintracciare soprattutto nei Paesi del Nord del mondo, a cominciare dalla Cina, seguita dagli Stati Uniti e dagli altri che emettono una grande quantità di gas climalteranti. Al contrario, a pagare un prezzo altissimo per il cambiamento climatico sono soprattutto i Paesi che stanno nella parte sud dell’emisfero terrestre.

 

Infine va ricordato che accanto a tanti enti internazionali e nazionali, quali società profit e non profit, enti pubblici che lavorano nei PVS correttamente, promuovendo formazione, tecnologie e produzione sostenibile, ce ne sono altri che praticano politiche predatorie come il “land e water grabbing” di decine di migliaia di ettari fertili destinati a produrre per l’esportazione solo nell’interesse dell’investitore. Senza parlare dello sfruttamento di metalli rari, usati in particolare dall’industria delle nuove tecnologie più avanzate, e dei diamanti, che stravolgono territori, paesaggi e li lasciano in una situazione di povertà maggiore di prima, dopo aver distrutto la fragile economia preesistente. In questi casi si può dire che i paesi del nord sono una concausa delle migrazioni.

 

Fondazione Cariplo sostiene interventi in Africa attraverso il finanziamento di organizzazioni non governative, che lavorano per portare innovazione nelle filiere agroalimentari e nel comparto dell’assistenza sanitaria, promuovendo oltre che la formazione, indispensabile per incrementare l’autonomia del paese, anche l’innovazione e servizi funzionali a migliorare la qualità della vita.

 

Nei confronti dei migranti che arrivano nel nostro paese, la Fondazione si è impegnata nell’accoglienza per rispondere sia ai bisogni immediati, sia all’inserimento sociale e lavorativo. Lo ha fatto da sola e/o creando alleanze con istituzioni ed enti di governo del territorio e la costante collaborazione con gli enti del terzo settore non profit. Lavorare insieme su obiettivi condivisi e su metodologie consolidate significa infatti amplificare l’impatto positivo di ciascuna iniziativa.

 

Concluderò citando alcuni esempi di attività che la Fondazione ha svolto in questi anni, soprattutto in modo organico a partire dal 2015, quando ha lanciato il progetto sui minori stranieri non accompagnati.  Gli interventi si sono concentrati su: i)  intercettazione dei bisogni e difesa dei diritti;  ii) sostegno alla tutela volontaria, – vedo qui una rappresentanza significativa di chi si è speso in modo volontario per tutelare i minori e seguirli nel loro percorso, anche dopo che, usciti dalla minore età, si trovano con meno garanzie -; iii) rafforzamento del capacity building delle organizzazioni che sono impegnate in questi ambiti, perché è indispensabile una competenza specifica per seguire questi lavori.

 

Un altro progetto, dedicato ai migranti, comprende il sostegno: i) all’utilizzo dei corridoi umanitari e al processo di migrazione in modo legale per chi ne ha diritto; ii) all’assistenza umanitaria nei confronti dei transitanti, mettendo a disposizione gli esperti legali e l’assistenza sanitaria, per facilitare il loro percorso; iii) ai soccorsi in mare.

 

Fondazione Cariplo, insieme con la Compagnia di San Paolo di Torino, ha promosso all’interno dell’ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa italiane) l’istituzione della commissione per la cooperazione internazionale con il compito di farsi carico anche dei migranti. Così facendo si è potuto estendere l’intervento al territorio nazionale con il coinvolgimento tanto degli enti pubblici, quanto degli enti del terzo settore, non profit che sono davvero il sale della Terra.

 

Ricordo infine che ACRI ha dedicato un finanziamento specifico per i profughi ucraini finalizzato a sostenere l’ospitalità non solo in Italia, ma anche nei paesi confinanti con l’Ucraina. Infatti pure in questo caso, come in tanti altri, anche nel sud del pianeta, i paesi confinanti sono quelli che in genere sostengono il peso più importante delle migrazioni, pur non avendo le risorse e le disponibilità dei Paesi del Nord del mondo.

 

Ringrazio ancora tutti i presenti per avermi seguito, il Rettore e in modo particolare gli organizzatori di questo evento significativo.

 

 

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