Nella meditazione di San Pier Damiani una precisa descrizione del mistero della Chiesa universale

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:50:09

La Chiesa di Cristo si tiene legata insieme da un'unione così stretta di carità che, nel mistero, è una sola nella pluralità dei soggetti e tutta intera nei singoli. Per questo, tutta la Chiesa universale non a torto la si considera una sola e unica sposa di Cristo e ogni anima santa, per il mistero del sacramento, la si crede la Chiesa tutta intera.

Se facciamo una ricerca accurata nel terreno della Sacra Scrittura, troviamo spesso che nella persona di un solo uomo o donna è indicata la Chiesa. Infatti, sebbene la Chiesa appaia molteplice per il grande numero di genti che accoglie, essa tuttavia è unica e semplice, strettamente compaginata dal mistero di un'unica fede e della divina rigenerazione.

Se la Chiesa intera è indicata in una sola persona, essa è una in tutti e tutta intera nei singoli: così nei molti è semplice per l'unità della fede, ed è molteplice nei singoli per il vincolo della carità e per i diversi carismi: poiché tutti veniamo da uno solo (Eb 2,11), tutti siamo una cosa sola.

La santa Chiesa, sebbene sia diversificata dalla molteplicità delle persone, viene fusa in unità dal fuoco dello Spirito Santo; perciò, anche se quanto ai luoghi concreti sembra divisa in parti, tuttavia il sacramento dell'intima unità non può essere in alcun modo spezzato nella sua integrità, «perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuoriper mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Così, questo Spirito - che senza dubbio è uno e molteplice, uno nell'essenza divina, molteplice per i diversi carismi - riempie la Santa Chiesa dei suoi doni, in modo che sia una in tutti e tutta intera nelle sue parti.

È appunto questo mistero dell'indivisibile unità che raccomandava il Cristo, quando diceva al Padre, parlando dei suoi discepoli:

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me, perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola (Gv 17,20-22).

Se dunque i credenti in Cristo sono una cosa sola, dovunque si trova fisicamente un membro, là, per il mistero del sacramento c'è anche l'intero corpo. E quanto spetta alla totalità, sembra convenire in qualche modo anche ad una parte. Poiché ciò che un'assemblea ecclesiale canta tutta insieme, non è assurdo se lo dice una sola persona singolarmente; come anche ciò che da uno solo viene espresso secondo la consuetudine, può essere detto irreprensibilmente da molti.

Perciò quando ci troviamo insieme diciamo con piena ragione: «Signore, tendi l'orecchio, rispondimi, perché io sono povero e infelice; custodisci l'anima mia, perché sono fedele» (Sal 85,1 s.). E quando siamo da soli non è fuori luogo cantare: «Esultate in Dio nostra forza, acclamate al Dio di Giacobbe» (Sal 80,2). Neppure è fuori della realtà il fatto che molti diciamo insieme: «Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode» (Sal 33,2); mentre spesso, pur essendo soli, parliamo al plurale dicendo: «Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome» (Sal 33,4).

È chiaro che, in questo caso, la solitudine del singolo non toglie verità alle espressioni al plurale, nell'altro la moltitudine dei fedeli non stona esprimendosi al singolare: perché - per la grazia dello Spirito, che è presente nei singoli e tutti riempie - la solitudine viene compresa al plurale e la moltitudine al singolare.

Dove c'è l'unità della fede, non c'è sicuramente né solitudine per il singolo, né lacerazione della diversità per i molti. La Chiesa tutta intera è senza dubbio un unico corpo. E se, pur essendo molti, siamo una cosa sola in Cristo, in lui possediamo ciascuno tutto come nostro (cfr. 1 Cor 3,23); appartati nella nostra solitudine fisica, può sembrare che siamo lontani dalla Chiesa; ma siamo invece presentissimi in essa grazie al mistero dell'indivisibile unità.

I nostri santi Padri hanno stabilito che la relazione e la comunione dei fedeli di Cristo dovesse essere talmente certa, che l'hanno inserita nel Simbolo della fede cattolica ed hanno stabilito che la dovessimo ripetere tra i primi elementi della fede cristiana. Ora infatti, quando diciamo: «Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa», subito aggiungiamo: «La comunione dei Santi»: e dove diamo a Dio la testimonianza della nostra fede, là anche aggiungiamo conseguentemente la comunione della Chiesa, che è una cosa sola con lui. Questa è la comunione dei Santi nell'unità della fede: credendo in un solo Dio, sono rinati in un solo battesimo, sono stati confermati in un solo Santo Spirito e, per la grazia dell'adozione, sono stati accolti nell'unica vita eterna.

[brano tratto da SAN PIER DAMIANI, Il Libro chiamato Dominus vobiscum indirizzato all'eremita Leone, L'anima del mondo - 41, Piemme, Casale Monferrato 2001, 63-79. su gentile concessione della casa editrice Piemme - Milano, © Edizioni Piemme, Via Telesio, 25, 20145 Milano]
Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis

Per citare questo articolo

 

Riferimento al formato cartaceo:

Testo di San Pier Damiani, Una in tutti e tutta intera in ciascuno, «Oasis», anno III, n. 6, ottobre 2007, pp. 57-58.

 

Riferimento al formato digitale:

Testo di San Pier Damiani, Una in tutti e tutta intera in ciascuno, «Oasis» [online], pubblicato il 1 ottobre 2007, URL: https://www.oasiscenter.eu/it/una-in-tutti-e-tutta-intera-in-ciascuno.

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