Rassegna della Stampa araba
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:09:25
Rouhani esorta i Paesi islamici a “correggere l’immagine dell’Islam” di al-Hayât, 27 dicembre 2015 Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha dichiarato che sui Paesi islamici grava “l’enorme responsabilità” di “correggere l’immagine dell’Islam nell’opinione pubblica mondiale”. Nel discorso pronunciato a Teheran in occasione dell’apertura della conferenza internazionale dedicata alla “crisi del mondo islamico contemporaneo” ha detto che “spetta ai musulmani oggi eliminare l’immagine negativa dell’Islam”. Ha inoltre aggiunto che “purtroppo l’84 per cento della violenza, del terrorismo e delle stragi si verificano nel mondo islamico, in Africa, nel Nord Africa, in Medio Oriente e nell’Asia occidentale, e noi dobbiamo combattere l’ideologia e il discorso della violenza diffusi da gruppi estremisti come l’organizzazione dello Stato islamico”. Rouhani ha sottolineato “la necessità di unità e solidarietà tra i musulmani” e ha esortato “tutti i Paesi musulmani della regione e non soltanto a lavorare in questa direzione”. Ha aggiunto che “gruppi come Daesh riescono a reclutare combattenti sfruttando la povertà materiale e culturale, che devono perciò essere sradicate dalla società islamica”. “Non è possibile eliminare il terrore e il terrorismo con le bombe” perché a beneficiare dei conflitti nella regione sono “Israele e i nemici dei musulmani”.
L’imamato di Baghdadi e Nasrallah Di Mishâri al-Dhâydî, Al-Arabiyya, 28 dicembre 2015 […]“Baghdadi di Daesh” e “Nasrallah dell’Iran” si somigliano molto nei comportamenti, nelle tattiche e nelle tempistiche, nel colore nero dei loro abiti e turbanti, così come nella discendenza alide che vantano entrambi, che è il segno distintivo del “comandante dei credenti” nel caso del “califfo di Daesh”, o del suo rappresentante [del “comandante dei credenti” = Ali Khamenei, ndr] nel caso di Hassan Nasrallah. Recentemente “Daesh” ha perso molto a causa dei bombardamenti e soprattutto dopo che è stato privato dell’arteria petrolifera rubata all’Iraq e alla Siria. Anche Nasrallah e la sua nutrice iraniana hanno perso molto in Siria, soprattutto ufficiali della Guardia della Rivoluzione iraniana, ma anche il meglio delle forze di Hezbollah, e la carta “drusa” che era a servizio dell’immagine del Partito iraniano, ovvero Samîr al-Quntȃr, ucciso durante un raid – russo a quanto si dice – in territorio siriano. Ma le somiglianze non finiscono qui. Il califfo di “Daesh” condivide con il rappresentante di Khamenei – “il custode dei musulmani”, Hassan Nasrallah, l’odio per l’Arabia Saudita, definita da quest’ultimo “l’essenza del male” nella regione, una visione condivisa anche dal califfo di “Daesh” Ibrahim Awad, o Abu Bakr al-Baghdadi. Per questa ragione il califfo ha riservato una parte del suo ultimo sermone agli attacchi all’Arabia Saudita, che ha assunto la leadership della coalizione islamica militare, securitaria e intellettuale contro il terrorismo. Al-Baghdadi ha definito la coalizione islamica militare contro il terrorismo un’alleanza crociata e infedele, e ha incitato i suoi seguaci a compiere operazioni in territorio saudita. Analogamente sta facendo Hezbollah, che colpisce formazioni saudite, bahrenite e yemenite […].
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