Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:41:02

L’anno 2012 segna il quinto centenario della stampa armena che nacque a Venezia. Nemmeno sei decenni erano ancora trascorsi dall’invenzione di Gutenberg che gli armeni si familiarizzavano con il nuovo strumento che avrebbe rivoluzionato i meccanismi di trasmissione delle idee. Questi primi passi della stampa armena sono dovuti a un certo Hakob Meghapart (Giacomo il peccatore o, più precisamente, Giacomo debitore di peccati) uno dei personaggi più lungimiranti della storia armena di cui purtroppo non conosciamo quasi nulla. Scompare dalla scena dopo aver dato alla luce cinque pubblicazioni nel giro di due anni. Forse, perché agiva senza il permesso espresso della Serenissima – legge rigorosa che comportava severe sanzioni. Altra questione importante: perché Venezia, se la culla della nuova arte era in Germania? Il fatto è che nel frattempo Venezia era diventata la capitale dell’arte tipografica di tutta l’Europa. Meghapart era ben al corrente di questi sviluppi e veniva a cercare a Venezia il meglio che il nuovo corso della civiltà europea poteva offrirgli. E’ per commemorare questo importante Centenario che il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Cinquecentenario della Stampa Armena, presieduto dal Presidente della Repubblica d’Armenia, ha promosso una mostra dedicata alla civiltà dell’Armenia cristiana: «ARMENIA. IMPRONTE DI UNA CIVILTÀ»; mostra coorganizzata dal Ministero della Cultura d’Armenia, dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, dall’Ambasciata d’Armenia a Roma, dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, dalla Congregazione Mechitarista, e dalla Biblioteca Nazionale Marciana. La Mostra è posta sotto l’alto patronato dei presidenti delle Repubbliche d’Italia e d’Armenia ed è ospitata nelle prestigiose sedi del Museo Correr, del Museo Archeologico Nazionale, delle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana, decorate da Tiziano e dal Tintoretto. Questo evento veneziano apre ufficialmente le celebrazioni del giubileo prevuiste in Armenia, la cui capitale, Yerevan, è stata dichiarata dall’UNESCO capitale mondiale del libro per l’anno 2012. La Mostra è stata inaugurata il 14 dicembre 2011, alla presenza del Presidente della Repubblica d’Armenia, Serzh Sargsyan, del Sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e d’invitati speciali dall’Italia, dall’Armenia et da altri paesi, in rappresentanza del mondo politico, culturale, artistico e degli studi armeni in particolare. La visita, guidata dai curatori della Mostra, è stata seguita da un concerto di canti liturgici armeni e latini che si è svolto nella basilica Marciana. Il concerto, eseguito dalla Cappella Marciana, è stato diretto da Justine Rapaccioli, con la partecipazione dei solisti Hasmik Torosyan, soprano, e Hovhannes Ayvazyan, tenore. La cena offerta dalla comunità armena di Milano, in onore del Presidente S. Sargsyan nella Sala Napoleonica del Correr, concluse la serata. La Mostra si apre con una mappa luminosa della geografia fisica dell’Armenia, un disegno orografico in rilievo proiettato su un grande tavolo, che indica i grandi periodi della storia del paese fino allo sterminio del Genocidio e al conseguente sradicamento del popolo dalla culla originaria della sua identità e cultura, per arrivare alla formazione della Repubblica d’Armenia nel 1918. In seguito, la Mostra conduce il visitatore verso l’alba del cristianesimo e dei suoi sviluppi successivi in Armenia. Infatti, la penetrazione del messaggio cristiano a costituito il leitmotiv del pensiero, dell’arte, della cultura letteraria armena a partire dal V secolo fino ai tempi recenti. Tale percorso si realizza attraverso vari itinerari: la «scoperta» dell’alfabeto armeno, grazie alla tecnica di un sistema audio applicato ad uno schermo tattile sul quale si vedono i caratteri armeni nelle loro forme originali; attraverso le steli antiche di tufo con le loro croci incise, i celebri khatchkar (pietre con la croce), una delle espressioni più tipiche e singolari dell’arte armena; attraverso le miniature dai colori splendidi, negli stili più vari e provenienti dalle scuole più diverse che arricchirono per più di un millennio l’inestimabile patrimonio della miniatura armena; attraverso l’architettura sacra, rappresentata anche da certi modelli originali di chiese di cui due dei secoli XI-XIII e uno del XVII; e infine attraverso i preziosi reliquari conservati per secoli a Echmiadzin, la Sede Madre della Chiesa Apostolica Armena. Il percorso è sovente accompagnato dai canti della terra armena, espressi attraverso le superbe melodie della sua Liturgia, che offrono delle armonie ammaglianti di suoni, di linee, di colori. La Mostra rivolge un’attenzione particolare alle ricche e lunghe esperienze del popolo armeno attraverso le varie comunità d’Europa e d’Estremo Oriente. Essa pone in luce attraverso una dettagliata documentazione storica, in particolare di manoscritti e di opere d’arte, lo sviluppo della presenza armena à Venezia e la sua posizione nella società veneziana. Grazie a numerosi manoscritti rari e preziosi, una sezione a parte offre delle nuove prospettive sugli sviluppi della storiografia armena, della letteratura, della filosofia, delle scienze e della teologia. Un’altra sezione, tra le più significative mette in evidenza le concrete vicissitudini della stampa armena, a partire dal 1512, attraverso degli esemplari affascinanti provenienti dalle varie parti di quella fitta rete che accomunava le comunità armene e i loro vari operatori attraverso il mondo. La stampa armena a Venezia vi occupa un posto di preminenza e tocca il culmine nella missione illuminatrice dei Padri Mechitaristi. Lungo un percorso cronologico e tematico, la Mostra espone più di duecento opere provenienti dai principali musei e biblioteche d’Armenia e d’Europa tra cui rari manoscritti e miniature rares che offrono il quadro delle maggiori conquiste della cultura armena nell’ambito della spiritualità, dell’architettura, dell’economi e del pensiero. La Mostra è stata curata da Gabriella Uluhogian, Boghos Levon Zekiyan et Vartan Karapetian, quest’ultimo esercitando anche il coordinamento organizzativo. Il catalogo, a cura anch’esso dei tre curatori, è stato pubblicato dalle Edizioni Skira coi contributi dei maggiori specialisti della cultura armena a livello internazionale e, in particolare, di quelli appartenenti alla scuola armenistica d’Italia. Il catalogo è disponibile, in volumi separati, in tre lingue: italiano, francese, inglese, mentre ogni volume contiene una sezione in lingua armena con ampi estratti dei contributi concernenti più direttamente la cultura letteraria armena. La Mostra resterà aperta fino al 10 aprile 2012.