Autore: Hans Küng
Titolo: Der Islam. Geschichte, Gegenwart, Zukunft
Editore: Piper Verlag, München-Zürich 2004, pp. 892

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:51:26

Diversi anni fa il teologo svizzero cattolico Hans Küng, che insegna all'Università di Tübingen in Germania, lanciò un intellettualistico progetto di ricerca basato sull'idea tripartita che la pace tra le nazioni presuppone la pace tra le religioni, che la pace tra le religioni richiede un dialogo tra di esse e che un tale dialogo non è possibile senza una ricerca di base. Queste premesse, che il celebre filosofo tedesco cattolico Robert Spaemann ha descritto come quasi ridicole (premesse probabilmente connesse al fatto che da anni a Küng, a motivo delle sue tendenze relativiste, non è permesso insegnare all'interno della facoltà di Teologia cattolica la materia in cui era originariamente specializzato, cioè dogmatica cattolica) hanno prodotto tre volumi di circa mille pagine l'uno: uno sul credo ebraico, un altro sulla fede dei cristiani e infine, nel 2004, un terzo sull'Islam. Come tutto quello che Küng ha pubblicato recentemente, il volume sull'Islam è informativo e prolisso a un punto quasi fastidioso. Descrive in dettaglio la storia della religione islamica, ne analizza le varie forme e pone alcune domande circa un dialogo possibile tra musulmani, ebrei e cristiani. Ovviamente, i tre problemi principali in un dialogo con i musulmani sono il credo trinitario, la divinità dell'uomo Gesù e l'autenticità del Corano. Quanto al Corano, Küng suggerisce che i cristiani non dovrebbero rifiutare a priori l'idea di una speciale rivelazione divina agli arabi. Quanto alla fede cristiana in un Dio che è tre persone e alla dottrina che l'uomo Gesù è l'incarnazione del Logos divino, Küng raccomanda un approccio che ricorda quello degli "ebrei messianici". «Ciò in cui oggi credono i cristiani argomenta Küng è una sintesi di idee ebraiche e filosofia greca». «All'inizio suggerisce i seguaci di Gesù lo riconobbero come il Messia annunciato, ma non pensavano ancora in termini trinitari e non avevano un'idea chiara di che cosa significasse che Gesù era più di un messaggero divino». Tirando le somme, il volume di Küng sull'Islam cede alla tentazione che è sempre stata la più grande debolezza dell'autore: per rendere il credo cristiano accettabile ai contemporanei, egli liquida come miti o semplice filosofia principi sostanziali della tradizione cristiana. Questo è stato il problema di Küng fin dai tempi in cui il Vescovo di Rottenburg diede seguito alla richiesta della Santa Sede di rimuoverlo dalla facoltà di Teologia cattolica di Tübingen: il teologo non era disposto ad ammettere come errore il fatto di non citare nei suoi scritti su Cristo il dogma che la persona di Gesù è pre-esistente come Logos divino. Alcuni di quelli che lo conoscono ritengono che il più grande difetto di Küng sia la sua cocciuta caparbietà. Il fatto che Benedetto XVI lo abbia ricevuto in udienza privata è stato un ammirevole atto di carità (dopo tutto, entrambi furono adiutori dei Vescovi tedeschi durante il Concilio Vaticano) piuttosto che un riconoscimento dei meriti teologici di Küng.