Come il movimento di Muhammad è diventato l'Islam

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:08:20

Recensione di Fred Donner, Muhammad and the Believers. At the Origins of Islam*, Harvard University Press, Londra 2010

 

Muhammad and the Believers.jpgChe cos’è stato l’Islam delle origini? Fred Donner, professore di Studi mediorientali all’università di Chicago, non ha dubbi: un movimento intensamente religioso. Rompendo con un paradigma interpretativo che considera primaria la motivazione sociale e/o nazionale, lo storico americano si concentra sul ruolo centrale della fede nella predicazione di Muhammad. «Un’identità araba fu un risultato non voluto del movimento dei Credenti, non la sua causa» (p. 219).

Donner avanza nel libro tre tesi: la prima – e non scontata – è che il movimento sia sorto effettivamente nell’Arabia centrale del VII secolo, in un territorio ancora parzialmente pagano. Il rifiuto di un approccio ipercritico, che anche recentemente ha ispirato numerosi lavori scientifici, non coincide però con l’accettazione in blocco della storiografia islamica tradizionale. Mettendo a frutto le scoperte più recenti in fatto di archeologia e numismatica e chiamando in causa anche le frammentarie testimonianze dei popoli conquistati, Donner riesce nella difficile impresa di trovare un equilibrio tra le fonti, tracciando un ritratto a un tempo convincente e avvincente di quello che dovette essere l’Islam delle origini. Che non si chiamava Islam. Questa seconda tesi è argomentata a partire dalla lettura attenta del Corano, dove, com’è noto, i seguaci di Muhammad sono in generale chiamati “credenti” (mu’minūn). Muslimūn, da cui l’italiano musulmani, indica invece nel Libro un atteggiamento spirituale di abbandono a Dio attribuito anche a figure come Abramo o gli Apostoli. Tale uso linguistico persiste sotto i primi successori di Muhammad, che sono chiamati “comandanti dei credenti” e non califfi, mentre il passaggio dai “credenti” ai “musulmani” si sarebbe prodotto soltanto verso la fine del VII secolo.

Lo slittamento semantico dall’uno all’altro termine – è la terza tesi – testimonierebbe una rivoluzione concettuale: sotto Muhammad e i primi califfi, i Credenti sarebbero stati un ««movimento religioso fortemente monoteista, intensamente pietistico ed ecumenico o confessionalmente aperto» (p. 75), ovvero «un movimento monoteistico di riforma, piuttosto che [...] una nuova confessione religiosa distinta dalle altre» (p. 87). In altre parole, quello che sarebbe diventato l’Islam inglobava allora nelle sue file anche ebrei e cristiani disposti ad aderire alla forma di monoteismo predicata da Muhammad continuando a vivere secondo le proprie Leggi. Soltanto agli arabi pagani sarebbe stata richiesta, oltre alla professione di fede nell’unicità divina, anche l’obbedienza alla Legge che il Corano veniva delineando.

Secondo Donner, fu proprio la natura “ecumenica” del movimento a favorire la conquista del Vicino Oriente, stremato da un secolo di lotte tra bizantini e persiani. Benché le fonti arabe tendano a sottolineare alcune battaglie campali, gli scavi archeologici condotti negli ultimi decenni suggeriscono più una continuità che una rottura con l’epoca tardo-antica, pur in presenza di un’innegabile dimensione militare, poiché «già verso la fine della vita di Muhammad, i Credenti non erano più un semplice movimento pietista con un forte accento sull’etica e la devozione verso Dio, ma un movimento di pietà militante» (p. 85). Nell’epoca delle conquiste, di cui Donner offre una sintesi rimarcabile per precisione ed efficacia, la scelta di mantenere le tribù arabe conquistatrici negli accampamenti-fortezze (amsār) invece di disperderle nei nuovi territori conquistati risultò probabilmente decisiva per le sorti del movimento. Esso, evitando l’acculturazione, si pose rapidamente come una realtà distinta e autonoma rispetto alle altre comunità religiose. Il cambiamento in senso esclusivista si sarebbe concluso all’incirca con il califfato di ‘Abd al-Malik (685-705), nel quadro della rifondazione dell’impero dopo la traumatica esperienza delle due guerre civili, ma tracce della posizione più antica sono ancora ben visibili nelle fonti, e soprattutto nel Corano. Pensato per un lettore non specialista e scritto con brio e con gusto, il libro di Donner è già diventato uno strumento indispensabile per capire che cosa fu il movimento di Muhammad e come si sviluppò fino a diventare l’Islam. Le implicazioni per il presente sono enormi.

 *Traduzione italiana Maometto e le origini dell’Islam, a cura di Roberto Tottoli, Einaudi, Torino 2011
Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis

Per citare questo articolo

 

Riferimento al formato cartaceo:

Martino Diez, Quando i credenti divennero musulmani, «Oasis», anno XII, n. 23, giugno 2016, pp. 132-133.

 

Riferimento al formato digitale:

Martino Diez, Quando i credenti divennero musulmani, «Oasis» [online], pubblicato il 21 giugno 2016, URL: https://www.oasiscenter.eu/it/quando-i-credenti-divennero-musulmani.

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