Il cammino spirituale sufi spiegato da undici commentari coranici

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:59:36

Copertina Tabbara.jpgRecensione di Nayla Tabbara, L’itinéraire spirituel d’après les commentaires soufis du Coran, Vrin, Paris 2018

 

Il cammino sufi è un percorso lento e impegnativo. È fatto di costanza, pazienza, stati spirituali da raggiungere, passaggi da compiere. Lo racconta Nayla Tabara nel suo libro L’’itinéraire spirituel d’après les commentaires soufis. Per farlo utilizza undici commentari coranici sufi della sura 18, chiamata al-Kahf (la caverna), scritti tra il VIII il XX secolo. Il libro non costituisce solo uno strumento di comprensione del percorso mistico islamico, ma permette di comprendere a fondo il panorama dell’esegesi coranica, dagli albori fino ai nostri giorni. Lo scopo, infatti, è anche quello di smontare l’idea, diffusa soprattutto tra i non esperti, che vi sia una sola interpretazione letterale del testo sacro musulmano. Un’idea che tende a dare dell’Islam un’immagine monolitica, non tenendo conto della grande varietà dei commentari: linguistici, storico-critici, teologici, spirituali, filosofici, ecc. Per illustrare questa complessità, l’opera, nel suo primo capitolo, delinea la storia dell’esegesi coranica, partendo dai primi secoli, più confusi, fino agli sviluppi successivi, che la vedono diventare una scienza autonoma e complessa. Con chiarezza, lucidità e una particolare attenzione verso l’origine etimologica delle parole, l’autrice passa a esporre le diverse tipologie di commentari coranici, mostrandone peculiarità e punti di contatto.

 

Solo nel secondo capitolo si arriva al tema centrale del libro, la sura della Caverna, che Tabbara espone e analizza nel dettaglio, attraverso le diverse interpretazioni di cui è stata oggetto nel tempo. La sura, appartenente al secondo periodo meccano, nei suoi 110 versi racconta alcune parabole e tre storie principali. Da una di queste deriva il suo stesso nome: è la storia dei dormienti della caverna, generalmente identificati con i sette dormienti di Efeso della tradizione cristiana. È considerata la «sura escatologica per eccellenza» (p. 60), per i suoi contenuti relativi alla fine dei tempi, l’anticristo, il giorno del Giudizio, la resurrezione. Le ragioni per cui l’autrice l’ha scelta sono molteplici, come è lei stessa a spiegare. Oltre ai forti tratti escatologici e alla sua importanza a livello popolare, si tratta di una sura a carattere universale, che contiene racconti appartenenti ad altre confessioni, con una rilevanza interreligiosa. Infine, è una sura particolarmente cara ai sufi, che ne fanno un modello di cammino spirituale mistico. È su questa tematica che si concentra la seconda parte del libro (capitoli 3-8). È un percorso: dalla razionalità più didascalica dei primi capitoli, all’approfondimento spirituale a cui porta l’esegesi sufi.

 

A differenza dei commentari tradizionali, quelli sufi danno particolare rilievo al ruolo dell’esegeta, che, per riprendere la celebre formula riferita agli imam sciiti, diventa un «Corano parlante» (p. 18). In ambito mistico, il commentario si configura, infatti, come un dialogo tra il testo e la vita: l’uno aiuta la comprensione dell’altro. Particolare dei commentari sufi è la dicotomia ẓāhir/bāṭin (apparente/nascosto), ossia l’idea di un senso esoterico nascosto dietro a quello apparente (linguistico, letterale). Per i mistici musulmani, infatti, lo scopo ultimo delle storie coraniche è pedagogico ed indica un cammino «personale e spirituale sulla via di Dio» (p. 67) Questo è particolarmente vero nel caso della sura della Caverna. L’analisi degli undici commentari sufi della sura permette all’autrice di tracciare le linee guida del pensiero dei mistici musulmani e del loro percorso spirituale, toccandone tutte le tematiche principali.

 

Ogni dimensione viene trattata e spiegata nelle sue molte sfumature e varietà di interpretazioni, alla luce delle diverse esegesi della sura. Spesso i commentatori sufi divergono su singoli aspetti, ma per tutti è fondamentale il combattimento interiore «in vista dell’elevazione dell’essere» (p. 95). Si tratta di una cammino che prevede un passaggio «dalla molteplicità all’unità» (p. 95), attraverso una progressione nelle stazioni spirituali (permanenti) e un’elevazione negli stati spirituali (temporanei). Fine ultimo del percorso è la santità e la completa unione con Dio. La storia dei dormienti (Cor. 18,9-26), che perseguitati per la loro fede si rifugiano in una caverna e si risvegliano miracolosamente dopo un sonno durato centinaia di anni, diventa allora per molti sufi, tra cui il commentatore dell’XI secolo al-Qushayrī, l’immagine delle stazioni del distacco e dell’isolamento dal mondo, necessarie nel cammino di avvicinamento a Dio. Come tutte le stazioni, anche queste dipendono in primis dalla volontà umana, ma sono supportate dall’aiuto divino che rende sorde le orecchie (Cor. 18,11) e fortifica i cuori (Cor. 18,14). Per il mistico medioevale Baqlī la caverna diventa quindi la «camera nuziale» o «la caverna della sua unione» (p. 111).

 

Anche la storia di Mosé (Cor. 18,60-82) è stata oggetto di svariate interpretazioni. Racconta la relazione tra il profeta ebraico e un servitore saggio, detentore di una scienza divina (Cor. 18,65). Mentre Mosé lo segue per apprenderla, questo compie una serie di azioni apparentemente negative, che alla fine rivelano uno scopo salvifico. Proprio questa storia diventerà il modello per eccellenza della suhba (compagnia) tra il discepolo e il maestro sufi, concetto portante della mistica islamica. 

 

Ciò che colpisce particolarmente, oltre alla profonda conoscenza della materia trattata e alla capacità di fornirne un quadro a tutto tondo, è l’insistenza dell’autrice sulle divergenze interpretative all’interno dell’universo sufi e dei suoi commentari. Nayla Tabbara riesce così nel suo intento, dichiarato nell’introduzione, di rendere ragione della grande complessità del mondo musulmano in generale e di quello esegetico e poi sufi in particolare, facendone emergere, al contempo, i pilastri fondamentali.

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis
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Per citare questo articolo

 

Riferimento al formato cartaceo:

Viviana Schiavo, La sura della Caverna, simbolo del percorso sufi, «Oasis», anno XV, n. 29, luglio 2019, pp. 137-139.

 

Riferimento al formato digitale:

Viviana Schiavo, La sura della Caverna, simbolo del percorso sufi, «Oasis» [online], pubblicato l’11 settembre 2019, URL: https://www.oasiscenter.eu/it/sufismo-cammino-spirituale-commentari-coranici.

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