Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:43:22

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) sta vivendo un passaggio importante, segnato dal cambio di Direttrice generale. Un’occasione che invita a ripercorrere la sua origine e sviluppo e a guardare a come si muove e utilizza i diversi budget a disposizione. Va ricordato che l’UNECO nacque il 16 novembre 1945 non tanto per costruire aule scolastiche nei Paesi devastati dalla guerra e dalla povertà, o per restaurare siti del Patrimonio mondiale, ma piuttosto per un obiettivo molto più vasto e ambizioso: costruire la pace nello spirito degli uomini attraverso l’educazione, la scienza, la cultura e la comunicazione. La ricerca e costruzione della pace per questa Organizzazione Internazionale Governativa si traduce, prima di tutto, nel dedicare i budgets alla costruzione di infrastrutture e servizi, alla formazione delle popolazioni che cercano di uscire dai traumi della violenza e di aprirsi alla solidarietà. In questo orizzonte ben si comprende perché la difesa e la promozione del diritto all’educazione sia il primo degli assi portanti dell’UNESCO. Di fronte ai dati pesanti di 776 milioni di adulti analfabeti, di cui 490 milioni donne, e di 75 milioni di bambini non scolarizzati si capisce bene perché l’UNESCO abbia aumentato il budget 2010-2011 per il settore dell’educazione del 7,8% rispetto al biennio precedente. Il secondo asse è quello della promozione di studi scientifici rigorosi per quanto riguarda il cambiamento climatico e l’acqua, la cui carenza o insalubrità provoca la morta di circa sei mila bambini nel mondo e fa scatenare conflitti anche armati in 52 aree del Globo.

Uno sguardo ai budget

Dare uno sguardo ai dati concreti dei budget a disposizione e alla loro articolazione per settori favorisce una migliore comprensione della concretezza dell’attività dell’Unesco. Il settore delle Scienze naturali ha ricevuto per il prossimo biennio 59,9 milioni di dollari, mentre il budget per il Settore della Cultura 54,2 destinati a promuovere non solo i siti del Patrimonio Mondiale, ma anche a sviluppare programmi per il dialogo interculturale ed interreligioso e rendere più efficace la Convenzione sulle diversità culturali. I 33,4 milioni riservati alla Comunicazione ed Informazione serviranno a favorire la libertà di espressione nei media, come anche a facilitarne l’accesso a tutti, con particolare riferimento a quanti vivono nei Paesi in via di sviluppo. Il Settore delle Scienze sociali e umane ha ricevuto 29,9 milioni per sviluppare uno studio sulle maggiori sfide etiche (comprese quelle della bioetica) e sociali mondiali. Se si paragonano i 191 milioni stanziati per l’educazione a quelli dati per gli altri quattro settori (scienze naturali, scienze sociali e umane, cultura, comunicazione e informazione) si può rilevare la priorità che l’Unesco riconosce alla formazione umana attraverso l’educazione formale e non formale. Il resto del budget serve per gli stipendi ai funzionari ed impiegati. Ma è interessante sapere che l’Organizzazione riceve 725 milioni di dollari, cifra superiore ai 671 milioni di budget ordinario, come contributi volontari da Stati, imprese industriali e donatori privati. Segno, questo, di come l’Organizzazione sia apprezzata e ritenuta interlocutrice affidabile.

Il nuovo corso e la nuova direzione

Che potrà fare la nuova Direttrice Generale, eletta il 16 ottobre scorso, con questo budget complessivo di 1.396 milioni? A prima vista sembrerebbe che il margine di manovra non sia molto ampio. Ma fortunatamente Irina Bokova, ex ambasciatrice di Bulgaria presso l’UNESCO, conosce molto bene l’Organizzazione, la sua macchina, e saprà esserne una buona testa pensante. Quasi certamente manterrà lo sguardo puntato sull’Africa e continuerà a sostenere il lavoro a favore delle pari opportunità tra uomini e donne. Il suo “genio femminile” e la sua intelligenza già dimostrata le consentiranno di non ridurre il suo ruolo dirigenziale a quello di mera amministratrice. Un esempio? Si sta già muovendo perché l’Unesco incrementi il suo ruolo di Agenzia intellettuale. Da segnalare, inoltre, che la Direttrice Generale ha spesso rilanciato l’importanza di lavorare per un “nuovo umanesimo” e credo di non tradire il suo pensiero e le sue intenzioni se affermo di ritenere che ciò avverrà rinforzando le cinque funzioni dell’UNESCO: laboratorio di idee, organismo normativo, centro di scambio d’informazioni, organismo di sviluppo delle capacità degli Stati, catalizzatore della cooperazione internazionale. Rispetto alla polemica che si è aperta in Italia e alla raccolta di firme contro la decisione dell'UNESCO di candidare Teheran a città della filosofia 2010, sia la nuova Direttrice Generale che l'UNESCO (sia come Segretariato che come Stati Membri) sapranno ben negoziare la vicenda di concerto con gli Stati Membri. In ogni caso va ricordato che si tratta di una decisione presa ed approvata anni fa dagli Stati, per consenso. E certamente nessuna decisione è irrevocabile, quindi anche quella in parola * (Prima parte. Continua nelle prossime newsletter)