Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:41:14

Dopo aver promosso nel giugno scorso una dichiarazione sul futuro dell’Egitto, lo Shaykh di Al-Azhar Ahmad at-Tayyeb interviene nuovamente sull’attualità egiziana, questa volta in qualità di Presidente del “Consiglio della Famiglia egiziana”, per commentare in un comunicato i fatti del 9 ottobre 2011 durante i quali sono rimasti uccisi 22 copti e 3 militari (secondo le fonti ufficiali). Sebbene piuttosto prudente, il documento è interessante per almeno due aspetti: innanzitutto perché esorta a «prendere i provvedimenti pratici necessari per rafforzare il dettato costituzionale del principio di cittadinanza per tutti gli egiziani». Viene così affermata senza esitazioni la parità giuridica tra musulmani e cristiani, in passato rimasta spesso lettera morta, fino a evidenziarne un’immediata implicazione pratica: la necessità di promulgare la legge che disciplina la costruzione delle chiese, lasciata fino ad oggi all’arbitrio del potere. Va poi rilevato l’uso del termine «martiri» in riferimento alle persone uccise a Maspero, espressione che attenua le reticenze del testo sulle responsabilità degli incidenti e sulla violenza impiegata (si trova solo una critica implicita ai media), perché di fatto riconosce l’innocenza delle vittime: non basta a rendere loro giustizia, ma è un punto di partenza per ricostruire un’unità effettiva tra musulmani e cristiani egiziani. Qui di seguito il testo completo Quando il sole della pacifica rivoluzione egiziana spuntò da Piazza Tahrîr il 25 gennaio di quest’anno, tutti gli egiziani sentirono con gioia che un nuovo spirito aveva visto la luce: i fatti della rivoluzione nei suoi primi giorni costituivano infatti un’incarnazione dell’unità nazionale nei suoi più alti significati. Per questo gli eventi dolorosi accaduti ieri hanno avuto l’effetto di uno shock per tutta la coscienza nazionale e hanno ferito i sentimenti di ogni egiziano. Riunitosi in seduta d’urgenza sotto la presidenza del Grande Imam lo Shaykh di al-Azhar, il Consiglio della Casa della Famiglia Egiziana [1], nelle personalità musulmane e cristiane che lo compongono, afferma quanto segue: 1. L’esperienza dimostra che le cura superficiali e le soluzioni conciliatorie agli episodi di crisi nei decenni passati non hanno portato alcun frutto, ma anzi hanno condotto a un ritmo sempre più accelerato d’incidenti, sconosciuto in passato e inaccettabile. Ciò implica gravi pericoli che mettono a repentaglio il Paese. 2. La franchezza, la libera indagine e la trasparenza che devono presiedere alla ricerca delle cause profonde del problema attuale e alle sue radici rappresentano una necessità assoluta, in particolare alla luce delle condizioni attuali della Patria. 3. La Casa della Famiglia esorta il Consiglio Supremo delle forze armate e il Consiglio dei Ministri a promulgare rapidamente la legge che regola la costruzione delle chiese, risolvendo i problemi a essa collegati da cui discendono episodi incresciosi come l’attuale. La Casa della Famiglia esorta a prendere i provvedimenti pratici necessari per rafforzare il dettato costituzionale del principio di cittadinanza per tutti gli egiziani. 4. Il Consiglio della Casa della Famiglia conferma il proprio apprezzamento verso la magistratura egiziana, che vanta una storia secolare di difesa dei diritti e delle libertà e dello Stato di diritto. Consapevole del grande compito della magistratura egiziana nelle delicate circostanze che la patria sta attraversando, la esorta a dare alle questioni della violenza confessionale la priorità richiesta per contrastare il fenomeno, allarmante ed eccezionale per la nostra Patria dopo quindi secoli di convivenza e unità nazionale. 5. La Casa della Famiglia, che apprezza l’importante ruolo dei media contemporanei, mentre conferma il proprio pieno sostegno alla libertà d’espressione attraverso i suoi diversi strumenti, nondimeno incita i media ad essere all’altezza della responsabilità nazionale in questa fase decisiva della nostra storia moderna. 6. L’esercito egiziano è stato e resterà espressione del principio della cittadinanza, principio a cui tutti ci atteniamo per conservare l’unità del nostro tessuto sociale e realizzare il Rinascimento (Nahda) e il Progresso. Perciò la Casa della Famiglia, esprimendo la propria stima per la nobile storia delle nostre forze armate e il loro importante ruolo nel consolidamento e nella tutela della rivoluzione, ritiene che la prosecuzione di tale ruolo e la difesa del prestigio dello Stato rappresentino una linea rossa invalicabile, quali che siano le circostanze. La Casa della Famiglia, presentando le proprie sincere condoglianze alla famiglie dei martiri e gli auguri di pronta guarigione ai feriti, esprime il suo grande dolore e il suo stato di shock a fronte di questi eventi dolorosi, estranei all’Egitto e agli egiziani. Che Dio protegga la Terra dei Kinâna [=l’Egitto] e abbatta quanti le vogliono male. 10 ottobre 2011 Il presidente del Consiglio della Famiglia egiziana Lo Shaykh di al-Azhar Dott. Ahmad Muhammad at-Tayyeb (Trad. Martino Diez – Fondazione Internazionale Oasis) _____________________________________________________ [1] La Casa della Famiglia egiziana è un organismo creato nell’ottobre 2011 per contrastare la tensione confessionale.