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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:52:25

Autore: C. Vigna e S. Zamagni Titolo: Multiculturalismo e identità Editore: Vita&Pensiero, Milano 2002 Autore: P. Gomarasca Titolo: I confini dell'altro Editore: Vita&Pensiero, Milano 2004 Autore: V. Cesareo Titolo: L'Altro. Identità, dialogo e conflitto nella società plurale Editore: Vita&Pensiero, Milano 2004 La vecchia Europa vive una nuova stagione, come epicentro amato e odiato di una profonda migrazione di popoli in cerca di una vita migliore. Nasce così il problema di stabilire il giusto rapporto fra la necessità di reperire un codice comune di convivenza e l'istanza della molteplicità etnico-culturale. Di tale posta in gioco si fanno carico alcune ricerche pubblicate dall'Editore Vita&Pensiero (Milano). Il volume Multiculturalismo e identità, a cura di C. Vigna e S. Zamagni (2002), muove dalla constatazione che il dibattito sull'argomento sembra oscillare tra due estremi non facilmente componibili: valori particolari (etnia, nazione, civiltà, tradizione) vs valori universali (ragione, libertà, diritti umani, umanità). La fragilità di entrambe le soluzioni, che pure contengono una loro verità, è diventata fin troppo evidente. Ecco perché questo libro volge lo sguardo altrove, cercando di dare indicazioni intorno a una universalità concreta degli umani, che onori tanto ciò che li accomuna quanto ciò che li fa differire. L'approdo, conseguito attraversando molteplici questioni (universalità dei diritti, flussi migratori, cittadinanza globale, ruolo pubblico della religione, politiche dell'identità) è il principio della reciprocità del riconoscersi, come architettura di senso dei rapporti tra noi. Tale principio è proprio ciò che P. Gomarasca, in I confini dell'altro. Etica dello spazio multiculturale (2004), tenta di giustificare dal punto di vista etico e giuridico-politico come base per una convivenza possibile con gli stranieri. Il punto di partenza è critico: i vari tentativi di soluzione del problema sono influenzati dal modo individualistico con cui la modernità ha pensato il soggetto. Lo si vede bene analizzando il concetto di confine: è questo infatti lo spazio concreto in cui l'individualismo moderno ha determinato la spaccatura fondamentale tra "noi" e "loro", assecondando l'illusione di poter fare a meno degli altri. Serve, allora, un'alternativa antropologica, che sappia valorizzare la relazione con l'altro come un bene primario della soggettività in quanto umana. Infatti, solo a partire da un'etica della relazione è possibile pensare ed attuare una politica di accoglienza reale degli stranieri. Una politica che non è apertura indiscriminata delle frontiere, generosità a senso unico, bensì attuazione di legami di riconoscimento che impegnano tanto chi dona quanto chi riceve nell'opera comune di essere-insieme. Un compito certamente impegnativo, che diventa concretamente ricerca delle condizioni di possibilità di un dialogo interculturale. Non a caso il libro L'Altro. Identità, dialogo e conflitto nella società plurale, a cura di V. Cesareo (2004), focalizza l'attenzione sul tema dell'alterità: esso costituisce, infatti, la base di ogni discorso interculturale in quanto si sforza di rispondere al problema dell'esistenza dell'altro e della convivenza con l'altro. Ma questo libro è soprattutto un esperimento di ricerca: i partecipanti al progetto hanno scelto di costituirsi e di operare fin dall'inizio come gruppo interdisciplinare che, a partire dalle specifiche competenze scientifiche, si è proposto il raffronto costante e sistematico delle diverse metodologie e dei molteplici approcci (filosofico, storico, sociologico, mass-mediologico, pedagogico, teologico), incontrando così l'altro anche all'interno dell'ambito di lavoro e del campo di ricerca. L'auspicio è che da indagini come queste possa nascere una politica rinnovata, all'altezza del compito che l'incontro tra culture ci impone.

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