Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:39:55

Nel nome di Dio, clemente misericordioso Documento di Al-Azhar per il rifiuto della violenza In nome della massa dei giovani che hanno fatto la Rivoluzione e della nobile al-Azhar, antica istituzione scientifica nazionale, associandoci ai rappresentanti dei grandi ‘ulamâ’ della moschea e delle Chiese egiziane, esprimiamo il nostro attaccamento ai principi nazionali e ai valori supremi della Rivoluzione del 25 gennaio, a cui sono legati tutti i politici impegnati nella cosa pubblica, gli intellettuali, i leader di partito e i capi coalizione, così come tutte le componenti nazionali senza distinzione. I firmatari di questo documento si impegnano a riconoscere quanto segue: 1) Il diritto umano alla vita è uno dei fini più elevati di tutte le leggi religiose, le religioni e le legislazioni, e non vi può essere del bene in una nazione o in una società nella quale viene versato il sangue dei suoi cittadini, o calpestata la loro dignità, o in cui venga meno l’equità della pena in conformità con la legge. 2) L’affermazione dell’inviolabilità delle persone e dei beni nazionali pubblici e privati e la separazione netta tra l’azione politica e l’azione di sabotaggio. 3) L’affermazione del dovere dello Stato e delle istituzioni deputate alla sicurezza di garantire la sicurezza e l’integrità dei cittadini, salvaguardare i loro diritti e le loro libertà costituzionali, proteggere le proprietà pubbliche e private. Tutto ciò deve necessariamente avvenire senza prevaricazioni, nel quadro del rispetto della legge e dei diritti dell’uomo. 4) Il rifiuto e della violenza in tutte le sue forme, la sua condanna più esplicita e risoluta, la sua proibizione sia da parte civile che religiosa. 5) La condanna dell’istigazione alla violenza, della sua giustificazione e legittimazione, della sua propagazione o del suo sfruttamento sotto qualsiasi forma. 6) Il ricorso alla violenza e l’istigazione ad essa, la complicità con essa, la diffamazione reciproca, la diffusione di notizie tendenziose e tutte le forme di aggressioni simboliche nei confronti dell’individuo e delle componenti attive della sfera pubblica, sono crimini morali da cui tutti sono chiamati ad allontanarsi. 7) La conformazione a metodi politici pacifici nell’attività pubblica nazionale, l’educazione dei quadri impegnati nella società sulla base di questi principi, il radicamento di questa cultura e la sua diffusione. 8) La conformazione a uno stile improntato al dialogo serio tra i soggetti che compongono la collettività nazionale, soprattutto nelle situazioni critiche e di dissenso e l’azione a favore del radicamento di una cultura e un’etica della differenza, il rispetto del pluralismo e la ricerca dell’accordo in vista dell’interesse nazionale. Con la tolleranza i Paesi si sviluppano, mentre si impoveriscono con l’estremismo e la divisione. 9) La protezione dell’unico tessuto nazionale contro le divisioni settarie (sia quelle reali che quelle costruite ad arte), contro la propaganda razzista, contro i gruppi armati che agiscono al di fuori della legge, contro la penetrazione straniera illegale e contro tutto ciò che minaccia l’integrità nella nazione, dei suoi cittadini e della sua unità territoriale. 10) La protezione dell’esistenza dello Stato egiziano è responsabilità di tutti i soggetti, del governo, del popolo, dell’opposizione, dei giovani e degli adulti, dei partiti e delle associazioni, dei movimenti e delle istituzioni. Nessuno potrà giustificarsi nel caso si producano situazioni di dissenso, di divisione politica, di disgregazione o indebolimento delle istituzioni dello Stato. Mentre proclamiamo la nostra fede in questi principi e nei fondamenti che essi esprimono, nella cultura democratica, nell’unità nazionale, nell’esperienza rivoluzionaria, invitiamo tutti i politici, dirigenti e attivisti ad aderirvi, a purificare la nostra vita politica dai pericoli della violenza e dalla sue manifestazioni, dai suoi simboli e dalle sue giustificazioni e invitiamo tutti i figli di questa nazione, governanti e governati, dall’estremità del Said e delle oasi al Delta e alla campagna più profonda, dalle città del Canale al Sinai, alla riconciliazione, al rifiuto della violenza, all’avvio del dialogo – al dialogo serio – in tutte le controversie, al giudizio equo, al rispetto della volontà popolare, alla promozione del primato della legge, allo sforzo per il pieno conseguimento degli obiettivi della Rivoluzione del 25 gennaio – se Dio lo vuole. Al-Azhar, 31 gennaio 2013 Abû ‘Alà Mâdî, Partito Wasat Ahmad Sa‘îd, Partito degli egiziani liberi Ahmad Mâhir, Gioventù per l’iniziativa Islâm Lutfî, Gioventù per l’iniziativa Anba Munîr Hanna, Capo della Chiesa anglicana Anba Yohanna Golta, Rappresentante della Chiesa copto-cattolica Ayman Nûr, Partito dell’indomani della Rivoluzione Tawadros II, Papa della Chiesa copta ortodossa Hamdîn Sabbâhî, ex-candidato alle Presidenziali Al-Sayyid al-Badawî, Partito Wafd Safwat al-Bayadî, Capo della comunità copta-evangelica Safwat ‘Abd al-Ghany, al-Jamâ‘a al-Islâmiyya ‘Abd al-Rahmân Yûsif, Gioventù per l’iniziativa ‘Abd al-Mun‘im Abû al-Futûh, Partito Egitto Forte ‘Amr Hamzâwî, Partito Egitto Libero ‘Amr Mûsa, ex-candidato alle Presidenziali Muhammad al-Baradei, Partito costituzionale Muhammad al-Qasâsî, Giovenutù per l’iniziativa Muhammad Anwâr Sâdât, Partito Riforma e Sviluppo Muhammad Hasan, Predicatore islamico Muhammad Sâmî, Partito della Dignità Muhammad Sa‘ad Katatnî, Partito Libertà e Giustizia Mahmûd ‘Azzat, vicario della Guida generale dei Fratelli Musulmani Mustâfà Najjâr, Gioventù per l’iniziativa Nasr ‘Abd al-Salâm, Partito Costruzione e Sviluppo Wa‘il Ghoneim, Gioventù per l’iniziativa Walîd ‘Abd al-Mun‘im, Partito Egitto Yûnis Makhyûn, Partito al-Nûr (Traduzione dall’arabo di Michele Brignone. Fondazione Internazionale Oasis)