La minuscola comunità cristiana yemenita, riapparsa a metà del 1800 a oltre un millennio dalla sua sparizione, ha pochissime possibilità di espressionea causa dei limiti posti alla libertà religiosa. Il basso profilo imposto dal clima generale della società.

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:50:47

La Regina di Saba, sentita la fama di Salomone, venne per metterlo alla prova con enigmi. Venne in Gerusalemme con ricchezze molto grandi, con cammelli carichi di aromi, d'oro in grande quantità e di pietre preziose. Si presentò a Salomone e gli disse quanto aveva pensato» [1Re 10,1-2]. Questo testo della Bibbia ci ricorda che già nell'ottavo secolo a.C. esistevano contatti commerciali e culturali tra l'attuale Yemen e il Regno di Salomone. Nei secoli successivi, molti ebrei migrarono nello Yemen. Un importante nucleo ebraico nell'Arabia del Sud è attestato al più tardi a partire dal secondo secolo d.C. Nelle città di Zafar e Sana'a troviamo molto presto comunità non solo ebraiche ma anche cristiane. Nel sesto secolo, la cattedrale di Sana'a, modellata sulla chiesa del Santo Sepolcro, era rinomata come una meraviglia artistica, famosa al di là dei confini del regno. La sura 105 del Corano, la sura dell'Elefante, menziona il fallito attacco di Abraha, il re cristiano dello Yemen, contro la Mecca, allo scopo di distruggere la Ka'ba e di indirizzare i pellegrini alla chiesa monumentale di Sana'a. Ciò accadde nel 570 circa. Più tardi, dopo che l'Islam penetrò nello Yemen, attorno al 630, il Cristianesimo, a poco a poco, scomparve per più di mille anni, non tanto a causa dell'opera di proselitismo dell'Islam, quanto come risultato delle divisioni tra cristiani e della mancanza di comunità accentrate. La presenza della Chiesa Cattolica nello Yemen moderno risale al 1841, anno in cui fu aperta la Missione di Aden, con l'arrivo dei Padri Serviti di Maria. Aden era stata colonizzata dalla Gran Bretagna nel 1839 come porto strategico per il rifornimento di carbone sulla via dell'India, e la sua importanza per la navigazione le conferì una popolazione cosmopolita: inglesi, irlandesi, portoghesi, somali, etiopi ed ebrei. Problemi di salute dovuti all'orribile clima costrinsero i Serviti di Maria ad abbandonare la missione, che era allora associata alla missione tra i Galla in Etiopia sotta la direzione di Monsignor Guglielmo Massaia, in seguito Cardinale. Da allora in poi, grazie alla libertà religiosa della colonia, troviamo nella penisola i cappuccini a continuare il lavoro pastorale tra i cattolici, il cui numero nella città di Aden, importante dal punto di vista strategico ed economico, era già attorno ai 1000. Il Vicariato apostolico di Arabia, con la sua sede ad Aden, fu eretto formalmente il 4 maggio 1888. I preti (cappuccini) e le suore (la comunità fondata da san Daniele Comboni e ora conosciuta come Suore Missionarie Comboniane, attualmente all'opera nel Vicariato a Fujairah e a Dubai negli Emirati Arabi Uniti) realizzarono un'intensa attività nelle parrocchie e in quattro scuole. L'indipendenza dalla Gran Bretagna venne nel 1967, quando fu fondata la Repubblica Popolare dello Yemen del Sud. Più tardi, nel 1979, sotto stretta influenza sovietica, il nome del Paese venne cambiato ed esso divenne l'unico Stato marxista nel mondo arabo. Questo regime comunista, con la sua conseguente intolleranza religiosa, portò alla quasi estinzione della Chiesa nello Yemen. Le speranze che i missionari, che tanto avevano contribuito all'educazione, venissero rispettati, furono infrante quando, nel 1973, le scuole furono nazionalizzate e i sacerdoti imprigionati. Sebbene fossero in seguito rilasciati, le proprietà della Chiesa furono confiscate e le suore espulse, insieme con i cappuccini. Rimasero soltanto pochi cristiani e un prete, in condizioni terrificanti, tanto che migliaia di europei e indiani lasciarono il paese. La popolazione cattolica scese a 120 unità, con solo due o tre battesimi l'anno invece del centinaio del periodo precedente. Si trattò di una vera persecuzione. Alla fine, la sede del Vicariato fu spostata, negli anni Settanta, ad Abu Dhabi, non solo in ragione della situazione dello Yemen, ma anche in seguito allo spostamento della presenza cattolica verso la Regione del Golfo. Decine e poi centinaia di migliaia di lavoratori, tra cui molti cristiani, si riversarono nei paesi del Golfo. Il governatore di Abu Dhabi nel 1962 aveva concesso della terra per la costruzione di una chiesa, e l'evolversi della situazione portò, su invito del nuovo governatore, Sua Altezza lo sceicco Zayed bin Sultan al-Nahyyan, a fare di Abu Dhabi la residenza del vicario apostolico. Protezione Speciale Lo Yemen, dove la presenza della Chiesa aveva avuto inizio, divenne numericamente quasi insignificante, sebbene nelle maggiori città, come Sana'a, Aden, Taïz e Hodeidah si potessero trovare alcuni cattolici. Nello stesso tempo nel Nord dello Yemen i Padri Bianchi si presero cura per 16 anni (1973 - 1989) dei pochi cristiani del posto. Nel Sud dello Yemen, comunista, alla fine rimase ad Aden un solo cappuccino. Comunque, a dispetto della complicata situazione politica, e delle lunghe guerre, la vita continuò. Nel 1973 le Suore Missionarie della Carità, conosciute come le suore di Madre Teresa, chiamate dal Presidente dello Yemen del Nord, si stabilirono ad Hodeidah. Nel 1976 aprirono una casa a Sana'a; poi nel 1977 a Taiz; e infine, dopo l'unificazione del Sud e del Nord dello Yemen, anche ad Aden. Altre congregazioni di suore hanno lavorato nel paese, ma attualmente sono rimaste solo circa venticinque Suore della Carità. Nelle quattro città di Sana'a, Aden, Hodeidah e Taiz esse dirigono case per handicappati fisici e mentali, e offrono una meravigliosa testimonianza di amore cristiano nel cuore di una società musulmana. Il 27 luglio del 1998, alle 8.30 del mattino, tre Suore della Carità, suor M. Zelia, suor M. Aletta (entrambe indiane) e suor M. Michael (filippina), furono uccise a colpi di arma da fuoco da un fanatico del luogo mentre stavano recandosi dal loro convento alla casa per anziani che dirigevano. Il Presidente dello Yemen, fortemente scosso da questo atto criminale, ordinò immediatamente una protezione speciale per le suore, provvedimento tuttora in vigore. Le tombe di queste tre martiri si trovano ad Aden nel cimitero cristiano di Ma'allah. Tra i più di 20 milioni di abitanti dello Yemen vivono soltano pochi cattolici. Quasi tutti sono stranieri. La maggior parte dei cittadini cattolici ha lasciato il Paese dopo l'istaurazione del regime comunista. Così quella che in passato era una vasta comunità di cristiani si è ridotta, ad Aden, a uno sparuto gruppo. Al giorno d'oggi troviamo la più grossa concentrazione di cristiani nella capitale Sana'a, dove il numero di cattolici è di circa ottocento. Le altre tre comunità ad Aden, Taïz and Hodeidah ne contano circa cento ciascuna. Un certo numero di cristiani sparpagliati vivono e lavorano fuori di queste città e non riescono a radunarsi per il culto ed è quasi impossibile per i sacerdoti raggiungerli. Non è possibile arrivare a precisare le entità di altri gruppi cristiani nella penisola. La maggior parte dei cattolici sono di origine indiana o filippina. Nel 1988 il vicario apostolico d'Arabia ha stipulato un accordo con la provincia salesiana di Bangalore (India) per assicurare la cura pastorale regolare e la direzione spirituale delle quattro parrocchie e dei quattro conventi delle Suore della Carità. Ciò è stato possibile perché il Ministro della Salute dello Yemen voleva le suore e Madre Teresa stabilì che potessero lavorare nel Paese solo a condizione che fosse loro permessa una "guida spirituale maschile". Dal momento che il Governo era molto interessato ad avere le suore, questa condizione fu garantita e ciò ovviamente consentì di portare un sacerdote in ciascuna delle loro case. Così è grazie alle suore se i cattolici dei dintorni possono essere assistiti. Attualmente ci sono quattro preti salesiani nella regione, che conducono una vita semplice in un ambiente piuttosto difficile. Grazie all'antica missione ad Aden risalente al periodo inglese, ci sono tre chiese nei distretti cittadini di Crater, Ma'allah e Tawahi, o Steamer Point. La chiesa della Sacra Famiglia a Crater, la più antica delle tre, fu consacrata 150 anni fa ed è stata recentemente restaurata, dopo essere stata sconsacrata durante il comunismo, sorte che toccò pure alla chiesa a Ma'allah. Sfortunatamente non ci sono altri luoghi di culto propriamente detti per le altre parrocchie di Sana'a, Hodeidah e Taïz, dove le comunità cattoliche sono ospitate in case private prese in affitto. Mentre le messe domenicali si celebrano nella "cappella" delle case affittate, ossia nella stanza più grande, le messe della settimana si tengono nella piccola casa-cappella dei rispettivi conventi delle Suore della Carità. Chiesa Povera Lo Yemen intrattiene relazioni diplomatiche con la Santa Sede dal 1998. Il nunzio apostolico in Kuwait è al tempo stesso accreditato in Yemen, Bahrain e Qatar. Nell'agosto del 2005, l'Arcivescovo Mounged El-Hachem è succeduto al primo nunzio apostolico della regione, l'Arcivescovo Giuseppe de Andrea. Sono in corso trattative con il governo per dotare la Chiesa Cattolica dello Yemen di un proprio status giuridico che le permetterebbe di stabilire un'infrastruttura necessaria per i fedeli. Le relazioni con il governo sono buone. Il nunzio apostolico nelle sue funzioni ufficiali e il vicario apostolico durante le sua visite pastorali annuali, sono regolarmente in contatto con i rappresentanti del governo. Le attività della Chiesa dello Yemen sono molto ridotte a causa del piccolo numero di cristiani e per i forti limiti alla libertà di religione. Benché la maggior parte delle autorità mostri una notevole apertura, il clima religioso generale della società impone un profilo necessariamente basso. Attualmente si registrano sforzi per ottenere i necessari permessi per modeste nuove strutture in vista di attività sociali, ad esempio una piccola clinica o dispensario per i poveri ad Aden. Il governo sembra nuovamente favorevole alle scuole private, ma fino a questa data non è stato fatto nessuno sforzo serio per restituire una delle scuole nazionalizzate ad Aden o per concedere il permesso per edificarne una nuova. Comunque, le procedure per tali progetti sono macchinose e richiedono tempo. La Chiesa nello Yemen è molto povera dal punto di vista materiale e ha bisogno di aiuto costante da parte del Vicariato apostolico. I cristiani del resto del Vicariato sono bene al corrente dei bisogni delle comunità dello Yemen e contribuiscono generosamente ai bisogni dei loro fratelli e sorelle e dei poveri, specialmente quelli delle quattro case dirette dalle Suore della Carità. Qui la Chiesa sta ancora attraversando un periodo difficile. Essa ha bisogno non solo dell'aiuto materiale dei suoi fratelli e sorelle di altre regioni ma, ancor di più, di sostegno spirituale. Il primo passo è senza dubbio essere consapevoli che ci sono cristiani in quel Paese, e non dimenticarli.

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