Istruzione e identità nazionale in Libano/2. Storia e obbiettivi dell’associazione nata in ambito sunnita alla fine del XIX secolo e oggi operante in tutto il Paese con un principio guida: costruire una società tollerante, civile e religiosamente impegnata.

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:36:20

In questo breve articolo mi limiterò a fornire alcune informazioni su Makassed, sulla sua storia, sugli obiettivi che persegue, sulle convinzioni che la animano e sulle attività che svolge. Il nome Makassed deriva dalla denominazione di una scienza prestigiosa all’interno della cultura islamica conosciuta come Maqâsid al-Sharî‘a. In tempi moderni questa scienza è stata la fonte di un’interpretazione dell’Islam innovativa e di larghe vedute. Maqâsid, letteralmente, significa “finalità”. Il nome completo dell’Associazione Makassed è dunque Jam‘iyyat al-Maqâsid al-Khayriyya al-Islamiyyah (Associazione filantropica islamica Makassed). Essa è stata fondata a Beirut nel 1878. Più tardi, nello stesso anno, un’altra Associazione Makassed fu fondata a Sidone. Infine diverse altre associazioni con scopi e attività simili furono istituite a Baalbek, Gerusalemme e Aleppo, ma l’Associazione Makassed di Beirut rimane la più prestigiosa e di gran lunga la più attiva e diffusa. Generalmente è nota come “associazione madre”. Oggi l’Associazione Makassed di Beirut possiede un sistema di scuole diffuso in tutto il Libano: 8 scuole a Beirut, 37 nell’area rurale libanese, per una popolazione studentesca totale di circa 13 mila studenti e un personale di mille insegnanti (con una preponderanza di insegnanti donne), un’importante scuola professionale e un’università. Inoltre Makassed possiede una prestigiosa clinica universitaria a Beirut, cinque dispensari, un’organizzazione di protezione civile, un’unità di servizio sociale, un movimento scout, una società per l’assistenza alle donne. Makassed è inoltre responsabile di tutti i cimiteri musulmani sunniti di Beirut. L’Università Makassed ha tre facoltà: la Facoltà di Infermieristica, la Facoltà di Studi islamici, e la Facoltà di Educazione (che aprirà nel 2011). Mi asterrò dal menzionare ulteriori fatti e cifre. È sufficiente dire che un’organizzazione iniziata nel 1878 come una scuola elementare per ragazze conta oggi circa 3 mila impiegati, offrendo attività e servizi di cui beneficia quasi ogni musulmano di Beirut e una vasta fascia di popolazione rurale. I servizi a favore di educazione e salute rimangono il punto d’interesse principale delle attività di Makassed. Al di là dei fatti e delle cifre, è importante rilevare il collocamento di Makassed rispetto al dialogo islamo-cristiano. Va considerato che nel XIX secolo, quando fu fondata l’Associazione Makassed, tre correnti maggioritarie dominavano il paesaggio socio-politico: l’attività missionaria cristiana di diversi Stati europei e dagli Stati Uniti; le ambizioni imperialiste e coloniali; infine un vigoroso movimento di riforma orientato all’Occidente all’interno dell’Impero Ottomano. I missionari cristiani servivano da motore per permettere agli Stati europei di esercitare un’influenza culturale e politica. Allo stesso tempo i movimenti missionari, di varie nazionalità o affiliazioni religiose, ricercavano il supporto dei governi. L’alleanza tra attività missionaria e ambizioni statali non fu una santa alleanza; infatti, a lungo termine, non servì né ai missionari né agli Stati ai quali appartenevano. L’“artiglieria del cielo”, come la descrisse uno studioso, fu sfruttata dai costruttori degli imperi, causando così grave danno alla relazione tra cristiani e musulmani. Le istituzioni scolastiche nazionali, al cui interno Makassed rivestiva un ruolo guida, guardavano con ammirazione, ma anche con una buona dose di diffidenza, alle scuole missionarie. Allo stesso tempo Makassed lavorava duramente per imitare le scuole missionarie nei loro curricula e metodi educativi. L’attività missionaria ebbe un effetto negativo sulla coesione del tessuto sociale perché promosse rivalità interconfessionali. La situazione contribuì significativamente alla crescita del confessionalismo in Libano. In una prospettiva educativa, una conseguenza più grave dell’esperienza del XIX e XX secolo in Libano fu il danno inflitto allo studio della stessa religione in varie scuole. Un rigido formalismo religioso, dimentico della dimensione spirituale, divenne la corrente predominante nell’insegnamento religioso. Nelle scuole dei missionari cristiani sembrava che questi fossero più interessati ad accrescere il numero degli adepti che ad adorare Dio. Nelle scuole islamiche l’insegnamento della religione seguiva metodi tradizionali con quasi nessun cambiamento in contenuti e metodo. In ogni caso i musulmani, che considerano il Cristianesimo una religione abramitica al pari dell’Islam e Gesù un profeta inviato da Dio, vide l’immagine del Cristianesimo deturpata dalla sua associazione ad attività di proselitismo e all’Occidente coloniale. Si deve poi osservare che le relazioni dei musulmani con i loro compatrioti e con il Cristianesimo orientale furono turbate anche dalla crescita del confessionalismo, in modo particolare in Libano. Inoltre le scuole missionarie in Libano e le università private gestite dai missionari (L’American University di Beirut, fondata nel 1866, e l’Università Saint-Joseph, fondata nel 1876) si opposero alla diffusione delle scuole governative e alla costituzione dell’Università Libanese. Essa fu istituita solo nel 1952, quasi dieci anni dopo l’indipendenza del Libano. L’Associazione Makassed diede il proprio appoggio alla diffusione delle scuole governative e sostenne con decisione la fondazione dell’Università Libanese, che veniva a rompere il monopolio della Licence en Droit, prerequisito per l’accesso alle alte cariche governative. L’atmosfera generale, nella quale s’intrecciavano l’elemento religioso e quello politico, non contribuiva a un dialogo interreligioso sereno e fruttuoso. Piuttosto che insistere sui tratti in comune tra Cristianesimo e Islam, si metteva l’accento sulle differenze. Piuttosto che insistere sulla necessità, il diritto e il dovere della comprensione e del rispetto reciproci, e sullo studio delle rispettive Scritture, si metteva l’accento sulle accuse e sui punti controversi. Era questa la situazione in Libano alla vigilia della guerra civile (1975-1991). Essa mise cristiani e musulmani di fronte alla triste realtà che entrambi conoscevano ben poco dell’altra religione e ciò che ne sapevano era sbagliato. Il bisogno di “conoscere l’altro” divenne un tema comune negli incontri di educatori e leader religiosi. Questa realtà negativa indusse ad alcuni passi concreti in Makassed, che ricorderò più oltre. La guerra civile insegnò ai musulmani e ai cristiani le terribili conseguenze dell’incomprensione reciproca e dell’ignoranza. Essa inoltre lasciò agli educatori un vivo sentimento di aver fallito, dal momento che, dopo tutto, erano i loro studenti a rivolgere in modo selvaggio le armi gli uni contro gli altri. L’educazione non funse da deterrente nel conflitto armato tra concittadini. In Makassed si fece strada la consapevolezza molto chiara che confessionalismo, fanatismo e violenza non debbono essere associati alla religione; in realtà essi sono contrari a Cristianesimo e Islam. Nell’Islam non esiste il concetto di Guerra Santa. Ogni guerra è sacrilega. Oggi Makassed propugna con decisione la riscrittura della storia del Libano secondo gli Accordi di Taif del 1989. I nostri giovani crescono con un senso di rispetto e di apertura nell’apprezzare le altre fedi, non a spese delle loro convinzioni religiose, ma al fine di costruire una sana società tollerante, civile e religiosamente impegnata. A livello pratico, durante la guerra civile in Libano, Makassed si è dimostrata un’oasi di pace in un deserto di violenza. Ricordo solo le sue attività riguardanti il dialogo interreligioso. Il Corano dice: «Dalla disperazione viene la speranza. Dalla morte sorge la vita» (Corano 94,5-6). Fu durante il conflitto civile in Libano che le scuole di Makassed aprirono le loro classi a Beirut a tutti gli studenti che non potevano attraversare le “frontiere” che li separavano dalle loro scuole a Beirut Est. Questi studenti erano cristiani e musulmani. Non appena si conclusero le ostilità, Makassed si impegnò con decisione per riallacciare i legami interrotti con alcune scuole cristiane: il Collegio di Antoura e il Collegio gesuita di Jamhour meritano una particolare menzione a questo proposito. Il Presidente dell’Associazione Makassed e alcuni membri autorevoli del Consiglio di Amministrazione presero parte a cerimonie organizzate tra Makassed e le istituzioni ricordate. Gli studenti di Makassed e gli studenti delle scuole cristiane si scambiarono diverse visite per stabilire amicizie e condividere attività. I collegi di Antoura e di Jamhour invitarono Makassed a pasti serali per il mese di Ramadan e Makassed ricambiò con pranzi in occasione del Natale. Inoltre una stretta cooperazione in diversi ambiti accademici fu stabilita tra l’Associazione delle scuole cattoliche in Libano e Makassed. A livello universitario s’istituì anche un’importante collaborazione tra Makassed e l’Università Saint Joseph. Nel 1978, cioè mentre la guerra civile ancora infuriava in Libano, Padre Augustin Dupres La Tour, il compianto Padre André Serima, il compianto Professore Yusuf Ibish e chi scrive, uniti da una fede comune nel Cristianesimo e nell’Islam come religioni di pace e di rispetto reciproco, fondarono all’Università Saint Joseph l’Istituto di Studi Islamo-Cristiani. Il curriculum e la tipologia di corsi erano innovativi e il successo conseguito, che continua tutt’oggi, testimonia dell’impegno autentico al dialogo, al rispetto e all’apprezzamento reciproco tra studiosi cristiani e musulmani in Libano. Nel 1982, tre anni dopo la fondazione dell’Istituto di Studi islamo-cristiani, Makassed aprì l’Istituto di Studi Islamici che divenne successivamente una Facoltà di Studi Islamici all’Università Makassed. Un corso di Cristianesimo è prerequisito necessario per conseguire la laurea alla Facoltà di Studi islamici Makassed. Questo corso deve essere affidato a un cristiano praticante, ciò che rende Makassed unico da questo punto di vista. Makassed ospita inoltre al suo interno un centro di documentazione particolarmente focalizzato sulle relazioni islamo-cristiane.

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