Ultimo aggiornamento: 19/04/2019 14:09:40
Rihla: si chiama così in arabo il racconto di viaggio, un genere letterario molto popolare fin dall’epoca classica. E in questo genere letterario rientra anche la terza parte de I Giorni, l’autobiografia del grande intellettuale egiziano Taha Hussein (1889-1973)[1].
Il suo viaggio, che lo conduce dal Cairo a Montpellier e quindi a Parigi, è però tutto interiore, privo di qualsiasi descrizione visiva. Non potrebbe essere altrimenti, poiché l’autore rimase cieco da bambino per una malattia malcurata nell’Alto Egitto nativo. Forse proprio la tendenza introspettiva permette alla narrazione di concentrarsi sull’essenziale: l’incontro tra la cultura arabo-islamica, in cui Taha Hussein è stato formato, e la modernità occidentale, rappresentata dalla Francia di inizio Novecento.
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Per citare questo articolo
Riferimento al formato cartaceo:
Martino Diez, La sintesi fra shaykh e dottore, «Oasis», anno XIV, n. 28, novembre 2018, pp. 110-111.
Riferimento al formato digitale:
Martino Diez, La sintesi fra shaykh e dottore, «Oasis» [online], pubblicato il 22 novembre 2018, URL: https://www.oasiscenter.eu/it/condizioni-della-convivenza-multiculturale.